30 Ottobre 2020

Sanità, la Cisl all’attacco: “Personale insufficiente, casi di Covid in aumento tra gli operatori e gestione caotica”


Mancanza di personale, variazioni continue di assetto e, adesso, anche un incremento importante di personale infettato da COVID-19. A sottolineare la criticità con cui fa i conti la sanità pratese è la Funzione Pubblica della CISL Firenze-Prato che, per voce del suo responsabile territoriale, Massimo Cataldo, evidenzia quanto sia difficile per tutto il personale affrontare la situazione emergenziale derivante da questa seconda ondata di Covid: “Il personale, come ormai in tutta la ASL Toscana Centro, risulta numericamente insufficiente per far fronte alle quotidiane esigenze che si presentano”. 

“Gli operatori – continua Cataldo – sono costretti ad un balletto che li vede spesso coinvolti in realtà lavorative diverse dalla propria, con cambi di reparto che rallentando di fatto il regolare svolgimento dei percorsi assistenziali. Dalla Direzione Aziendale abbiamo ricevuto più volte garanzie e rassicurazioni riguardo l’accesso costante di nuovo personale ma, ad oggi, la lentezza burocratica pare avere la meglio sui reali fabbisogni; a niente pare servire anche l’attivazione di ore pagate in straordinario o in altra forma incentivante. Il personale è ormai stanco di passare ore dentro le tute di protezione, vuole evitare l’esposizione prolungata al virus e vuole tutele vere per sè e i propri affetti e questo si può avere solo ed esclusivamente immettendo, in tempi brevi, nei percorsi assistenziali ulteriori operatori, la necessità è adesso!”

La Cisl segnala inoltre che le continue variazioni degli assetti organizzativi dei reparti stanno creando  disorientamento e sconcerto tra il personale, il quale si vede proiettato in percorsi  non ben definiti, con il conseguente frustrante timore di commettere errori nello svolgimento delle proprie mansioni.

“A tutto questo – afferma Massimo Cataldo – si aggiungono le sconcertanti notizie che ci giungono dagli stessi lavoratori: pare che anche tra il personale stiano aumentando i casi di positività in maniera importante. Ciò significherebbe una ulteriore necessità di incremento di personale, non solo tra infermieri ed oss ma tra tutte le figure che operano all’interno e all’esterno delle mura ospedaliere”.

Sul fronte dei tamponi, inutile sottolinearlo, da alcune zone riceviamo segnalazioni di difficoltà a ricevere gli utenti che richiedono tale accertamento. Laddove i tamponi vengono eseguiti, i problemi sono poi di altro tipo, non imputabili esclusivamente a mancanza di reagenti o problemi tecnici o meccanici legati ai macchinari: circa un mese fa avevamo segnalato alla direzione la necessità di integrare il personale del laboratorio di microbiologia. Al Santo Stefano di Prato, ad esempio, ci risultano mancare sia biologi che tecnici e questo, oltre a richiedere turni massacranti, contribuisce, a nostro avviso, a rallentare di non poco la consegna dei referti”.

“L’impressione che si ha – conclude la nota della CISL FP – è che troppo poco sia stato fatto per preparare il personale alla seconda ondata pandemica e che i livelli organizzativi, nel periodo tra un picco e l’altro, non abbiano raggiunto una adeguatezza tale da approntare piani che, in base alla previsione, fossero in grado di prevenire le criticità assistenziali che si stanno verificando, anzi generando in alcuni casi situazioni caotiche mal gestibili. Abbiamo già segnalato la cosa alla Direzione Aziendale, ora aspettiamo delle risposte adeguate per la situazione che stiamo vivendo”.

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