6 Novembre 2020

Covid, esposto di medici e pediatri di famiglia alla Prefettura: “Situazione caotica: omissioni e ritardi del dipartimento di prevenzione ci mettono in difficoltà”


“La mancanza di coordinamento e gestione dell’emergenza da Covid l9 da parte del Dipartimento di Prevenzione ha riversato su noi Medici e Pediatri di famiglia tutto l’iter gestionale della crisi sanitaria all’interno di un panorama sia a livello locale che nazionale di assoluta criticità”. Lo denunciano i medici di famiglia e pediatri di Prato in un esposto che le sigle sindacali Fimmg e e Fimp hanno presentato ieri a Prefettura, Regione, Asl Toscana Centro e Comune di Prato. Il documento, predisposto con il contributo di uno studio legale, esplicita tutte le difficoltà che da settimane i pratesi alle prese con positività da Covid, vivono sulla propria pelle e riversano sui loro medici di base.

“Non abbiamo voluto per ora forzare la mano e presentare l’esposto in Procura – risponde a domanda il segretario della Fimmg Alessandro Benelli – ma intendiamo in qualche modo tutelarci dalla situazione che si è venuta a creare”.

Una situazione “caotica”, che non rispetta le previsioni delle vigenti ordinanze nazionali e regionali sui provvedimenti anti-contagio legati a casi di persone positive al Covid e i loro contatti stretti.

“Accade sovente che le notifiche da parte del Dipartimento di Prevenzione non arrivino al destinatario o giungano in estremo ritardo quando la quarantena o l’isolamento è già terminato” denunciano gli esponenti.

“Tale omissione o ritardo – continua il documento – mette quindi in seria difficoltà il medico di medicina generale e il pediatra di famiglia, che oltre ai compiti assistenziali si vede attribuito un onore di prevenzione ed indagine epidemiologica iniziale, nonché la stessa chiusura di un procedimento di quarantena che necessita di revoca dell’iniziale notifica agli organi competenti e che esula dalle proprie competenze e possibilità”.

Altre situazioni anomale per la sicurezza del paziente e certezza dell’operato medico, riguardano la gestione delle certificazioni ai fini Inps e “il mancato rilascio al privato di un referto cartaceo a fronte di un tampone o test rapido nasofaringeo”.

Il solo canale informatico disponibile per i referti ha portato alla consuetudine diffusa di farsi dare le risposte telefonando al medico di famiglia, il quale tramite un portale informatico, è costretto ad “estrapolare i risultati inseriti da terzi e riportarlo a mano su una attestazione cartacea, dando così fede a quanto riportato da altri colleghi su un sistema informatico, senza alcuna possibilità di verifica”.

Oltre a “rischiosissime derive in tema di responsabilità personale per il medico che firma il referto”, i medici e pediatri di famiglia paventano in una prassi come questa anche “pericolosissime derive in tema di rivelazione di segreto professionale, trasmissione di dati sensibili e privacy”.

Altre criticità segnalate da Fimmg e Fimp riguardano le richieste di attestazioni del risultato del tampone da parte di imprese per la riammissione del lavoratore sul posto di lavoro, che medici e pediatri (per i genitori di bambini contatti stretti di Covid positivi) si sobbarcano “stante una sostanziale inerzia del Dipartimento della Prevenzione”.

Dopo varie richieste di incontro e solleciti, aggiungono i medici e pediatri pratesi, lo scorso 23 ottobre c’è stato un confronto con la dirigenza della Asl Toscana Centro, da cui però è scaturita una circolare che ha ulteriormente aggravato i loro compiti. Da una settimana, i medici di famiglia sono stati chiamati ad avvertire senza indugio i pazienti della loro positività al tampone e fornire loro indicazioni per la gestione del periodo di quarantena e di quello dei contatti stretti. “Circolare – scrivono i firmatari dell’esposto – che pone molti dubbi circa la possibilità della tempestività – indicata con la formula ‘senza indugio’ – della comunicazione al paziente della positività al tampone, che mal si concilia con gli orari di lavoro ed i fine settimana. Una comunicazione da parte della U.s.l Centro che, quindi, non pone certo una soluzione alle problematiche palesate, ma a ben vedere le aggrava (né tantomeno ne suggerisce rimedi)” concludono Alessandro Benelli, segretario pratese della Fimmg e Luciana Biancalani, segretaria provinciale Fimp.

D.Z.

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