5 Novembre 2020

Galleria degli Alberti, allestimento delle sale in fase avanzata. Resta il nodo della proprietà delle opere


Se non ci fosse stata di mezzo la pandemia, la Galleria degli Alberti avrebbe potuto riaprire al pubblico già entro poche settimane. E’ infatti in fase avanzata la sistemazione degli spazi espositivi al primo piano del Palazzo degli Alberti, di proprietà di Banca Intesa che ha già effettuato i lavori per separare gli accessi della  parte museale (l’ingresso a destra nella foto) rispetto agli sportelli bancari, in modo da consentire la fruizione delle opere anche in orari diversi da quelli di apertura della filiale. 

D’intesa con la Soprintendenza, la Banca sta completando l’allestimento delle sale – almeno 3 – destinate ad ospitare i capolavori della galleria, fra cui i dipinti di Filippo Lippi, Giovanni Bellini, Caravaggio e le sculture di Lorenzo Bartolini. La notizia è confermata dal soprintendente Andrea Pessina. Soprintendenza Belle Arti di Firenze, Pistoia e Prato, che assieme all’Associazione Amici dei Musei, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e al Comune, ha portato avanti la battaglia legale per l’apposizione del vincolo indissolubile tra Palazzo degli Alberti e le opere, che erano state in parte trasferite a Vicenza da Gianni Zonin negli anni scorsi. 

Una battaglia, che pochi giorni fa ha ottenuto la sentenza favorevole del Tar Toscana, partita grazie alla campagna di informazione del settimanale Toscana Oggi, nel luglio 2013 e rilanciata con forza da Tv Prato (leggi l’articolo).

Se la fruizione delle opere, grazie agli investimenti di Banca Intesa e alla sentenza del Tar, sta per essere sbloccata; resta irrisolta la questione della proprietà dei 142 dipinti e sculture. La Banca Popolare di Vicenza in liquidazione coatta amministrativa, attuale proprietaria, deve vendere le opere e ricavare quanto più possibile per immettere risorse nella procedura fallimentare. La valutazione originaria di circa 60 milioni di euro del corpus pratese potrebbe essere ridimensionata dalla sentenza del Tar (peraltro appellabile al Consigio di Stato), che limita fortemente l’appeal di mercato dei beni in questione. 

Proprio poche settimane fa, i commissari liquidatori di BpVi hanno dato alla Casa d’Aste Pandolfini il mandato a vendere all’asta al miglior offerente altre opere d’arte appartenute all’ex istituto di credito vicentino, quelle non vincolate. 

E’ probabile dunque che i commissari vogliano accelerare anche per la cessione delle opere vincolate, fra cui quelle della Galleria degli Alberti, che possono anche essere cedute singolarmente. All’acquirente, sulla carta, potrebbe poi subentrare lo Stato esercitando il diritto di prelazione e pagando la stessa cifra offerta dai privati. Un’ipotesi tuttavia remota, visto lo stesso vincolo della collezione con il Palazzo degli Alberti, di proprietà di Banca Intesa. 

È proprio quest’ultima, già impegnata nella valorizzazione delle collezioni d’arte con tre sedi museali di proprietà (le Gallerie d’Italia) a Milano, Napoli e Vicenza, il soggetto più accreditato per entrare in possesso delle opere, rilevandole dalla BpVi in liquidazione. 

Dario Zona

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