10 Novembre 2020

Liste di attesa, una donna pratese su 4 aspetta oltre il dovuto per una mammografia


Aumenta la pressione sugli ospedali per la seconda ondata di Covid e il rischio, come avvenuto a partire da marzo scorso è che possano essere sospesi gli interventi programmati e tornino ad allungarsi le liste di attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici. La situazione, secondo il monitoraggio della Asl Toscana Centro aggiornato al 1 novembre 2020 e relativo alle cinque settimane precedenti, è ancora confortante, con la gran parte delle prestazioni assicurate entro i tempi massimi regionali, secondo i criteri di urgenza individuati dai medici curanti al momento della prescrizione.

Tuttavia, si segnalano già alcune criticità, come per le mammografie: quasi una donna pratese su 4, ad ottobre, ha dovuto aspettare oltre i termini indicati dal proprio medico, per effettuare il test, fondamentale per la diagnosi precoce di cancro al seno. La percentuale di mammografie effettuate entro il tempo massimo si ferma infatti al 78,33% nelle 5 settimane prese in considerazione, nelle quali a Prato, tramite Cup, sono state fatte appena 203 mammografie, a fronte delle 630 di Pistoia, 712 di Empoli e 1078 di Firenze, territori appartenenti alla stessa Asl Toscana Centro, nei quali si riesce nel 95% dei casi ad effettuare l’esame nei tempi prestabiliti. 

In sofferenza anche l’esame del fondo oculare, visita per cui nel 25% dei casi, i pratesi aspettano oltre il dovuto. Mentre sono quasi ottimali le performance per colonscopie (98,8%), Tac, elettrocardiogrammi ed ecografie (tranne quelle ostetrico-ginecologiche, 425 eseguite, con il 93,8% di rispetto dei tempi massimi di attesa). 

Per quanto riguarda le prime visite specialistiche, il fanalino di coda a Prato è oculistica, dove il 10% dei pratesi deve fare i conti con lunghe liste di attesa (anche se c’è stato un leggero recupero nelle ultime 2 settimane di ottobre). Trend invece in peggioramento per le visite urologiche (94,1% la performance nelle 5 settimane considerate) e per le visite di chirurgia generale (192 effettuate complessivamente, con tempi rispettati nel 93,75% dei casi). 

I tempi, considerati ottimali, da rispettare sono quelli indicati nelle prescrizioni: entro 72 ore per le classi di priorità “urgenti”, entro 10 giorni per le richieste “brevi”, 15-30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici “differibili” e 120 giorni per le prestazioni ritenute dal medico curante “programmate”. 

 

Attività chirurgica programmata: nella prima ondata Covid a Prato -30% degli interventi per tumori maligni

Obiettivo dichiarato dalle autorità sanitarie in questa seconda ondata di Coronavirus in Toscana è evitare il forte ridimensionamento delle attività ritenute non essenziali avvenuto a partire da marzo scorso. Il 6 marzo 2020 il presidente Enrico Rossi firmò l’ordinanza per limitare le attività chirurgiche programmate e soltanto 3 mesi dopo, il 5 giugno, con l’allentamento della pressione sugli ospedali dovuta al Coronavirus, arrivarono le indicazioni della Regione Toscana alle Asl per la ripresa graduale delle attività chirurgiche programmate. 

Qual è stato l’effetto? Lo ha censito la stessa Regione, tramite un report dell’Agenzia regionale di Sanità dell’agosto scorso. 

Per quanto riguarda la chirurgia programmata per l’asportazione di tumori maligni, nel primo semestre 2020 (rispetto allo stesso periodo del 2019) in Toscana sono stati fatti oltre 2.000 interventi in meno (da 10.220 a 8.190, pari al -20%). I tempi di attesa, paradossalmente e probabilmente a causa di un rallentamento nell’attività di diagnosi, si sono leggermente accorciati da 25 a 19 giorni. 

I dati relativi all’ospedale di Prato sono ancora peggiori: nel primo semestre 2020 sono stati effettuati 297 interventi chirurgici programmati per tumore maligno, rispetto ai 428 dell’analogo periodo 2019 (-30,6%), e si è passati da 0 giorni di attesa a 9 giorni. 

Per quanto riguarda tutti gli interventi chirurgici programmati (non solo quelli oncologici) sempre nel primo semestre di quest’anno in Toscana si è avuta una riduzione dell’80% del day surgery, – 45% per la chirurgia ambulatoriale e -32% per gli interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario. 

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