2 Dicembre 2020

Commercio al palo, Lassi: “Controllateci, ma fateci riaprire o non c’è ristoro che tenga”


“A meno di un mese dal Natale, non possiamo che augurarci che tutte le imprese di ogni categoria merceologica, in sede fissa e su area pubblica, possano quanto prima tornare a rivedere la loro clientela”, queste le parole del presidente di Confesercenti Prato, Mauro Lassi in merito all’auspicato passaggio della Toscana da regione “rossa” ad “arancione”, che definisce un piccolo ma importante segno di speranza per imprenditori colpiti come pochi altri dalla pandemia.
“Rialzare la serranda è anche un’esigenza psicologica – aggiunge Lassi – benché le forti restrizioni comunque in vigore, a partire da quelle sugli spostamenti, non consentiranno certo una rapida ripresa per attività che hanno da sempre espresso il loro più alto valore aggiunto in quel contatto umano difficilmente replicabile per le consegne a domicilio, nonostante la capacità di reinventarsi di molti operatori. I soci da tutta la provincia ci chiamano scontenti e arrabbiati e dicono che si uscirà dalla zona rossa solo per passare all’arancione e dopo forse al giallo. Continuare a essere puniti è inaccettabile. La riapertura fino alle 18 per bar e ristoranti mortifica le imprese”.

Per l’associazione di via Pomeria è dunque necessaria una riflessione: “Evitare che si faccia come la scorsa estate è volontà di tutti. Ma il governo, tra liberi tutti e riapertura insoddisfacente, non ha preso in considerazione un’approfondita valutazione per dare più fiato alle imprese che sono state chiuse. Tutte le imprese, le attività commerciali e di ristorazione poiché servono clienti sono considerate come focolai. Anche il gioielliere dove entra un cliente ogni tanto o il negozio di abbigliamento dove entra un cliente alla volta. Quindi chiudiamole e riapriamole il più tardi possibile: questa è stata la scelta del governo. È facile serrare tutto, è invece difficile controllare l’applicazione delle regole. A chi chiede di lavorare si risponde di avere pazienza e si offrono solo limitati ristori. Si è aperto un fossato tra garantiti e puniti. La fiducia delle imprese è crollata, ma l’imprenditore pratese vuole lavorare. I posti di lavoro in pericolo sono tanti e solo le imprese possono crearli. Il rilancio dell’economia non si fa senza le imprese”.

Confesercenti Prato non ci sta a questa sorta di balletto colorato e chiede al presidente della Regione di battersi per portare subito la Toscana in zona gialla. “Certo, prima di tornare alla normalità dovrà passare ancora un po’ di tempo perché qualche timore nella clientela resta. È comprensibile, ma l’importante che ci si avvii verso una situazione di sempre maggiore tranquillità. Ciò conta dal punto di vista economico, ma anche da quello psicologico. Non c’è ristoro che tenga, per un negoziante è fondamentale poter tirare su la saracinesca ogni mattina; la sicurezza della continuità della propria impresa viene da lì. C’è soltanto da sperare che questi primi segnali positivi si consolidino. Le imprese hanno speso molto per la loro sicurezza e quella dei loro clienti quindi ribadisco che per noi è fondamentale il rispetto delle norme di sicurezza e sappiamo bene che è l’unico modo per evitare di tornare ancora una volta indietro. In definitiva controllateci ma fateci riaprire o non c’è ristoro che tenga perché purtroppo vedremo molti bandoni chiusi l’anno prossimo”.

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