18 Luglio 2025

L’artista pratese Giulia Fioravanti debutta al Festival Puccini

Giulia Fioravanti, 32enne coreografa e danzatrice pratese, sarà impegnata in quattro opere: La Bohème, Turandot, Madama Butterfly e Manon Lescaut. Dedica questa prestigiosa affermazione professionale al padre scomparso e alla madre, pilastri del suo amore per l'arte

A poche ore dal suo debutto sul palco più ambito, a Torre del Lago, Giulia Fioravanti, 32 anni, pratese doc, incarna il sogno di generazioni di artisti: calcare le assi del Festival Pucciniano nella sua 71ª edizione. Una presenza in quattro opere-simbolo del repertorio pucciniano, segno tangibile di un talento versatile che fonde danza, coreografia e impegno sociale.

La formazione e l’identità artistica

Diplomata alla prestigiosa SPID Dance Academy di Milano, la Fioravanti ha costruito la sua carriera oltre i confini della tradizione. Coreografa freelance dallo stile riconoscibile, ha firmato uno spettacolo originale di teatro-danza dedicato alla salute mentale – progetto che rivela una sensibilità rara nel panorama contemporaneo, capace di coniugare estetica e impegno civile.

Il debutto sotto le stelle di Torre del Lago

Domani, 19 luglio, al Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini – scrigno incastonato tra le acque del Lago di Massaciuccoli – Giulia Fioravanti inizierà sul palco la sua personale e collettiva maratona davanti al pubblico con La Bohème (regia di Ettore Scola, ripresa da Marco Scola di Mambro) che replicherà il 26 luglio e il 7 agosto. Ma sarà solo il primo atto di un percorso che la vedrà impegnata, oltre che nelle due repliche citate, in Turandot (25 Luglio, 2,14 e 22 Agosto, 5 settembre), regia di Alfonso Signorini; Madama Butterfly (8 e 23 agosto), regia di Manu Lalli; Manon Lescaut (30 agosto e 6 settembre), regia di Daniele De Plano.

Giulia Fioravanti
Giulia Fioravanti

L’omaggio ai genitori: il cuore oltre l’arte

In un toccante retroscena, Giulia dedica questa “piccola grande vittoria” al padre Maurizio, scomparso nel 2022, e alla madre Rosetta, “amante delle cose belle e dell’Arte in ogni sua forma”. Un tributo privato che diventa pubblico, trasformando ogni suo passo di danza in un dialogo ideale con le radici affettive e culturali che l’hanno plasmata.