2 Settembre 2025

Catturato a Barcellona il latitante Jang Bobo, che evase dalla Questura di Prato

L'uomo è ritenuto un elemento di spicco della criminalità cinese: nei 2 mesi di fuga, ha alloggiato in Belgio, Francia e Spagna

E’ durata 52 giorni la latitanza di Jang Bobo, il 38enne cinese che lo scorso 11 luglio si rese protagonista di una rocambolesca fuga dagli uffici della Questura. L’uomo, ritenuto un elemento di spicco della criminalità cinese per lo smercio di droga, è stato arrestato ieri a Barcellona, mentre si trovava in strada nel quartiere residenziale di Sants. Nei suoi confronti pendevano due mandati di arresto europeo. La cattura è stata possibile grazie alle indagini coordinate dalla Procura di Prato, affidate alla squadra mobile, che si sono avvalse della collaborazione di Eurojust, del servizio centrale operativo della polizia di Stato e del Grupo Fugitivos della polizia spagnola.

Secondo l’accusa Jang Bobo – come riferito dal procuratore Luca Tescaroli – da 10 anni soggiorna clandestinamente in Italia, può beneficiare di una consistente disponibilità di denaro e di alloggi messi a disposizione da una fitta rete di collaboratori. Durante la latitanza si è mosso più volte tra Belgio (Anversa, Bruxelles), Francia (Perpignano e Le Bolou) e Spagna, a Barcellona, dove si è recato prendendo un volo Vueling da Bruxelles lo scorso 12 agosto con documenti e identità falsi. Gli investigatori, a quel punto, erano però già sulle sue tracce essendo riusciti ad individuare un telefono nella sua disponibilità, ricevuto da uno dei sodali subito dopo la sua evasione dalla questura di Prato. Le intercettazioni e l’analisi dei tabulati telefonici hanno consentito agli investigatori della mobile, diretta da Andrea Belelli, di monitorare gli spostamenti del latitante nelle scorse settimane, fino all’arresto di ieri.

Jang Bobo è ritenuto dagli inquirenti un rilevante fornitore di droga sintetica che poi viene distribuita agli avventori dei Karaoke TV (KTV) di Prato, locali frequentati da cittadini cinesi dove vengono consumate droghe liberamente e offerte prestazioni sessuali a pagamento. Altro business illecito in cui è ritenuto coinvolto il 38 enne è quello della contraffazione e ricettazione, per la compravendita di documenti falsi, di abbigliamento e di accessori di lusso di provenienza delittuosa.
Più volte condannato in passato in via definitiva per detenzione ai fini di spaccio di droga, il 2 febbraio 2024 Jang Bobo, nel corso di una perquisizione, era stato trovato in possesso oltre che di droga, anche di una pistola semiautomatica con 5 colpi in argento in canna, 2 macheti, un pugnale e 4 coltelli, di una fiamma ossidrica artigianale, un trapano a manovella, due grossi piedi di porco e una tenaglia. Ne scaturì la richiesta di misura cautelare in carcere da parte della Procura, ma il gip del Tribunale di Prato applicò soltanto la il divieto di dimora a Prato, Firenze e Pistoia. Dopo l’appello presentato dalla Procura, il Tribunale del Riesame stabilì la custodia cautelare in carcere, che è diventata definitiva con il pronunciamento della Cassazione il 3 luglio 2025.

Nel giro di una settimana gli agenti della squadra mobile riuscirono a catturare Jang Bobo, che fu arrestato il 10 luglio scorso assieme alla moglie in un appartamento di viale Montegrappa, in cui furono sequestrati 500 grammi di droga, un bilancino di precisione, 4 mila euro in contanti, un passaporto di Taiwan con timbro di ingresso nell’area Schengen falso e 2 telefoni cellulari.
Durante le operazioni di rito in questura, Jang Bobo riuscì però a liberarsi delle manette usando una placca metallica di una presa di corrente e a dileguarsi indisturbato per poi riuscire a nascondersi grazie ad una rete di contatti e coperture di cui ha dimostrato di disporre nella provincia di Prato e in Europa in seno alla comunità cinese, su cui gli investigatori continueranno ad indagare. La fuga di Jang Bobo è invece finita ieri a Barcellona, ad oltre 1000 km di distanza da dove era cominciata.

Nella conferenza stampa, a cui ha partecipato anche il dirigente della seconda divisione del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato Andrea Olivese, il procuratore Luca Tescaroli ha espresso apprezzamento per il lavoro della squadra mobile, sottolineando come l’evasione di Jang Bobo sia stata agevolata dalle consistenti deficienze organiche di personale. Circostanza che è stata rappresentata anche al ministro dell’Interno Piantedosi in occasione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza tenutosi a Ferragosto a Prato.