Il vescovo Giovanni Nerbini nei mesi scorsi aveva invitato la comunità ecclesiale e cittadina a costruire «una nuova cultura del lavoro a Prato». Ne è nato un documento che verrà presentato nelle prossime settimane
Oltre l’indignazione e la denuncia. Occorre avviare una nuova fase nella città di Prato, affinché, con tutte le sue componenti, prenda una posizione netta e unitaria contro lo sfruttamento degli operai. «La Chiesa pratese esprime sconcerto per l’ultimo episodio di violenza che ha coinvolto i lavoratori di una azienda a Montemurlo – afferma Fulvio Barni, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Prato –. Le voci di denuncia, di disapprovazione di questi gravissimi fatti sono opportune, ma rischiano di essere sterili. Senza una presa di coscienza comunitaria e una azione successiva, non è possibile avere un cambiamento positivo della situazione, che da tempo è diventata un problema di carattere nazionale».
Il Comune di Montemurlo, pur essendo in provincia di Prato, è inserito nel territorio della Diocesi di Pistoia, che martedì è uscita con una nota a firma del vescovo Fausto Tardelli e della direttrice dell’ufficio di pastorale sociale e del lavoro Selma Ferrali. «Non possiamo che associarci a quanto espresso dalla Chiesa pistoiese, i diritti dei lavoratori vanno tutelati e difesi», sottolinea Fulvio Barni.
Nei mesi scorsi il vescovo di Prato Giovanni Nerbini – delegato dei vescovi toscani per le questioni sociali e del lavoro – aveva chiamato a raccolta le realtà ecclesiali che si occupano di temi sociali per trovare nuove strade di impegno, «per costruire una nuova cultura del lavoro». I temi al centro del dibattito sono quelli della sicurezza e dello sfruttamento, due piaghe che hanno coinvolto a più riprese il nostro tessuto produttivo.
Da questo invito sono scaturiti cinque incontri nei circoli Acli e Mcl, serate di confronto alle quali hanno partecipato oltre centotrenta persone, tra rappresentanti dell’associazionismo cattolico, sindacalisti (al primo appuntamento su lavoro e immigrazione era presente una delegazione dei Sudd Cobas) e cittadini. Il dibattito ha fatto emergere delle proposte concrete riguardanti il mondo del lavoro: si è parlato di cura, ambiente, giovani, pace e immigrazione. «Abbiamo inoltre dato vita a una commissione, composta da chi ha gestito le serate di discussione, che ha redatto un documento contenente idee, riflessioni e proposte – spiega Fulvio Barni –. Nelle prossime settimane lo presenteremo, con la speranza di trovare piste concrete da seguire. Pensiamo possa essere uno strumento utile al cambiamento».