Era nel commando giunto apposta dalla Cina per aggredire un imprenditore a Prato
E’ stato condannato dal tribunale di Prato anche il sesto componente del commando giunto appositamente dalla Cina per uccidere l’imprenditore Chang Meng Zhang, che poi sopravvisse, nell’ambito dei regolamenti di conti della cosiddetta ‘Guerra delle Grucce’, in corso fra gruppi cinesi per esercitare il predominio su questo segmento remunerativo della filiera dell’abbigliamento.
Il tribunale ha condannato a 7 anni e 6 mesi l’ex soldato dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese Nengyin Fang, 36 anni, che a seguito delle indagini della squadra mobile è stato individuato come uno dei sei esecutori materiali dell’assalto a Zhang avvenuto il 6 luglio 2024, all’interno del Number One, circolo cinese di via Scarlatti.
L’imputato è stato condannato anche al risarcimento dei danni patrimoniali e morali nei confronti delle parti civili costituite (oltre alla persona offesa, anche la sua convivente ed il fratello) assistiti dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba. Secondo quanto appurato, Fang faceva parte del commando misto di cinesi arrivati dalle regioni del Fujan e dello Zhejiang per tutelare con il ricorso alla violenza gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce per abiti.
Un settore nel quale si era inserito la vittima dell’aggressione, Chang Meng Zhang, titolare di un gruccificio, il quale si era rifiutati di allinearsi ai prezzi di vendita fissati da alcuni concorrenti interessati a monopolizzare il mercato milionario. Prima dell’agguato Zhang – nella cui fedina penale c’è una condanna in via definitiva per l’omicidio volontario del referente dell’impresa Eurotrans/Oulian Zhijan Su commesso a San Giuseppe Vesuviano nel marzo 2006 – aveva subito pesanti intimidazioni, poi culminate nell’agguato che gli ha inflitto una menomazione permanente.
Il 6 luglio 2024 Chang Meng Zhang fu raggiunto nel locale Number One di Prato, fu accerchiato e colpito più volte, con vetri, poi con un’arma da taglio, pugni, calci e quindi con numerose coltellate all’addome, che provocarono l’eviscerazione e il ricovero in ospedale, dove grazie a numerosi interventi chirurgici, è riuscito a sopravvivere ed ha poi iniziato “una proficua collaborazione con la giustizia italiana”. Collaborazione che ha consentito alla procura di Prato di “acquisire preziosi elementi per individuare l’apporto fornito dall’ex soldato Fang” nel tentato omicidio.
Gli altri cinque aggressori erano stati già condannati nell’aprile 2025 alla stessa pena di 7 anni e 6 mesi in un procedimento separato. Le indagini sui presunti mandanti sono tuttora in corso.