La donna, rinchiusa in una stanza e minacciata anche nei pressi della propria casa, ha avuto la forza di denunciare
Prestiti con tassi usurari fino al 300% e minacce di morte per l’imprenditrice presa a strozzo e per i suoi figli. E’ il giogo a cui era costretta una donna cinese di 33 anni di Prato, che aveva aperto una stireria assieme al marito nell’aprile del 2023 e che a giugno scorso ha deciso di denunciare le gravi intimidazioni ricevute. Ne sono scaturite l’inchiesta della Procura e 3 ordinanze di misura cautelare emesse dal gip di Prato a carico di tre connazionali della vittima. Agli arresti domiciliari è finito un 42enne cinese, pregiudicato già condannato in via definitiva per porto di armi e per il tentato omicidio commesso il 29 aprile 2015 in via Cavour, ricollegato alla mancata restituzione di somme di denaro derivanti dalla fornitura di droga. L’uomo, più di recente, risulta coinvolto nella sparatoria all’interno del locale M2 di via dei Confini del 29 agosto 2022.
Le altre due misure cautelari eseguite dalla squadra mobile della Questura sono i divieti di dimora nelle province di Prato, Firenze e Pistoia per due complici, anch’essi cinesi, di 47 e 46 anni.
Secondo l’inchiesta, l’imprenditrice sarebbe caduta del vortice dei prestiti usurari per far fronte al rinnovo dei macchinari. Il primo prestito a strozzo, erogato nell’aprile 2024, ammontava a 20.000 euro, con trattenuta iniziale di 2.000 euro e restituzioni mensili di 2.000 euro sino al novembre successivo. Agli inquirenti risultano altri 6.000 euro corrisposti dalla vittima in contanti tra febbraio e marzo scorso e la consegna di monili in oro per un valore di circa 5.000 euro.
L’accordo fra aguzzini e imprenditrice sarebbe poi stato rinegoziato il 14 marzo scorso con una scrittura privata che indicava un nuovo prestito di 45.000 euro, di cui 9.000 euro da restituire entro il 23 marzo 2025 e il saldo da restituire entro dicembre di quest’anno, con una ulteriore richiesta di 10.000 euro avanzata lo scorso maggio.
Secondo la ricostruzione della Procura, recepita dal gip, le richieste di restituzione del prestito usurario sono state accompagnate almeno dal novembre 2024 da gravi minacce di morte rivolte all’imprenditrice e ai suoi bambini. In una circostanza la donna è stata rinchiusa in una stanza della base logistica del 42enne, il quale le ha detto che non avrebbe più potuto vivere a Prato, costringendola a firmare un riconoscimento di debito sotto la minaccia di morte per lei e per i propri figli. Ulteriori intimidazioni sono state rivolte alla imprenditrice nei pressi della propria abitaizione.
La Procura sottolinea l’importanza della collaborazione con la giustizia da parte delle vittime, che sono invitate a rivolgersi alle forze dell’ordine e alla stessa Procura della Repubblica di Prato per denunciare i soprusi subiti, segnalando che “sussiste la possibilità di tutelare coloro che sono vittime di sfruttamento e di prevaricazione”.