4 Maggio 2025

“Prato oggi e domani” – Il 5 è un numero rivoluzionario, almeno a Prato


Corsi e ricorsi. Date e personaggi. Un divertissement giocato su anni e protagonisti della politica pratese, con coincidenze e curiosità.
Gli anni con la cifra 5 finale sono stati cruciali per la politica pratese, che curiosamente ha visto nelle elezioni di metà decennio del dopoguerra, la svolta nel nome dei sindaci o nel varo di vere e proprie rivoluzioni. Con l’eccezione della più clamorosa, quella che nel 2009 portò Roberto Cenni del centro destra alla guida della città. L’anno col 5 finale è stato importante per sinistra e centrosinistra. Nel 1965 il passaggio da Roberto Giovannini, in carica dal 1948 con gestione ad impronta fortemente identitaria, a Giorgio Vestri. Questi, fra l’altro, raccolse dal predecessore l’impulso alla valorizzazione del teatro Metastasio, appena riaperto.

Dieci anni dopo Goffredo Lohengrin Landini inaugurò una conduzione moderna, con la stagione delle grandi infrastrutture (Macrolotto, Interporto) create in piena sintonia con banca locale e imprenditori, un ricco calendario di iniziative estive e l’intuizione, assieme all’assessore Eliana Monarca, di consolidare il ruolo di Prato nel panorama italiano del teatro con la chiamata di Luca Ronconi e del suo Laboratorio.

Nel 1985 all’energico Landini succedette Alessandro Lucarini, intellettuale dall’aspetto esangue, fra i pochi dirigenti seniores del Pci in sintonia coi trentenni che nel marzo 1983 strapparono la guida del partito alla tradizionale classe dirigente nello storico congresso di Coiano. A tre anni dall’elezione, Lucarini si dimise e consegnò la carica di sindaco a Claudio Martini, che sarà confermato dal voto del 1990. Martini, rampante “giovane” guidò la più travagliata legislatura della storia pratese, inaugurata col tripartito Pci, Psi, Pri, chiusa col monocolore PdS, dopo la falcidia di Tangentopoli. Col 1995, Fabrizio Mattei, inaugurò il più marcato cambiamento politico, con la formula Pds, Ppi, Dem e Verdi e la vera novità di esterni attinti dal mondo imprenditoriale: Antonio Lucchesi, più volte presidente degli industriali, Enrico Biguzzi, manager del lanificio Pecci. La traccia indelebile sono state le piste ciclabili, nate fra lo scetticismo e oggi riconosciute come la più importante infrastruttura dell’ultimo trentennio. Nel 1999 (la legge – subito riformata – accorciò di un anno la legislatura. Mattei bis fu segnato dall’impronta politica, con Antonello Giacomelli, uomo forte dei Popolari vicesindaco e ampia coalizione, Ds.
Giacomelli nel 2004 si candidò a primo sindaco non ex comunista, Gianni del Vecchio, leader del partito, gli si oppose nel segno della continuità. Marco Romagnoli, imposto da Martini, fu il terzo a godere. Godé meno la città. E il centrosinistra: nel 2009 (finalmente un fine decennio incisivo) il progetto del centrosinistra di trasferire alla guida di Comune e Provincia presidente e vicepresidente del potente Consiag, naufragò alle primarie: via libera per Gestri (Margherita) a palazzo Buonamici, stop per Abati, battuto da Massimo Carlesi, cattolico diessino. Fu il viatico per la rivoluzione del 2009 – quella sì autentica – con Roberto Cenni e il centrodestra a guidare la città. I travagli imprenditoriali del sindaco incideranno su una complessivamente proficua esperienza amministrativa. L’anno col 4 (ormai nel 5 non si vota più) porta la svolta (o la restaurazione?) di Matteo Biffoni, giovane e giovanile, forte consenso personale, ma, a conti fatti, risultati incompiuti. Ilaria Bugetti ha incontrato più difficoltà ad ottenere la candidatura che a superare di 10 punti l’avversario Gianni Cenni al voto vero e proprio. Il Prato largo (falsariga del Campo largo predicato da Schlein, prima della rottura con Conte) ha blindato i 5 Stelle in giunta ed escluso Verdi e Sinistra. Cementato l’asse politico, nel fatidico 2025 che evoca svolte e rivoluzioni, Bugetti è chiamata ad esprimere la propria cifra amministrativa, completando progetti sospesi ( Soccorso, malgrado i recenti e notevoli travagli ed il parco nell’ex ospedale) e lanciando i propri (a sorpresa, park sotterraneo in piazza Mercatale). Purché più solidi e meno estemporanei.