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Giorno del Ricordo, le celebrazioni a Prato e Poggio a Caiano

10 Febbraio 2025

Si è celebrato anche a Prato e Poggio a Caiano il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano nel 2004 per commemorare i Martiri delle Foibe.  A Prato la sindaca Ilaria Bugetti e il prefetto Michela La Iacona hanno deposto una corona d’alloro alla targa commemorativa di via Martiri delle Foibe, alla presenza delle autorità civili e militari e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Al termine hanno preso la parola per un breve intervento il vicario della Diocesi, monsignor Daniele Scaccini, e la sindaca Bugetti: “Commemorare questo dramma nazionale non è nè di destra nè di sinistra. – ha affermato la prima cittadina – E’ il riconoscimento del diritto alla memoria di un popolo che ha pagato sulla propria pelle le conseguenze della sconfitta della seconda guerra mondiale, le atrocità del fascismo anche in quelle zone e l’incapacità del nostro Paese di fare i conti con il proprio passato. Quelle persone meritano di essere ricordate come ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un doveroso momento di riflessione su quella tragedia e sull’esodo istriano per troppo tempo ingiustamente tenuti sotto silenzio e strumentalizzati. Ancora una volta è la memoria che fa da anticorpo ai rischi che anche oggi, nel Terzo millennio, minacciano i diritti fondamentali dell’uomo: libertà, uguaglianza, fratellanza. Perciò è necessario continuare a ricordare quella pagina buia della nostra storia non solo il 10 febbraio ma tutto l’anno, non solo in questa piazza ma in tutto il territorio e soprattutto nelle scuole perché le nuove generazioni capiscano che dietro ogni totalitarismo si nascondono barbarie, orrore e ingiustizie. Diamo a questa tragedia una dimensione europea. Dall’abisso della morte alla luce della democrazia attraverso una lunga risalita fatta di sconfitta delle dittature, di apertura, di diritti e di rispetto. Sta a ciascuno di noi lottare perchè ciò non avvenga e importanti momenti di riflessioni come quello offerto dal Giorno del Ricordo, rafforzeranno in noi la volontà di combattere ogni giorno per la libertà, la democrazia e la pace tra i popoli”.

A Poggio a Caiano è stato inaugurato invece un monumento dedicato alle vittime delle Foibe. Il monumento è stato collocato nei giardini di via Garibaldi. Realizzato in marmo e raffigurante una foiba con quattro gocce di sangue a rappresentare il martirio subìto da quanti vi vennero gettati, il monumento reca la scritta “A perenne memoria dei martiri delle Foibe. Il Comune di Poggio a Caiano 10 – 2 – 2025”. Tanti i presenti alla cerimonia a cominciare dal prefetto di Prato, Michela Savina La Iacona, il questore Pasquale Antonio De Lorenzo, l’onorevole Chiara La Porta, autorità civili e militari e gli studenti delle classi quinte delle scuole poggesi. L’assessore Piero Baroncelli ha seguito in prima persona l’iter per la realizzazione del monumento e ha ribadito l’importanza di questa stele in ricordo di quanti hanno perso la vita in una pagina orrenda della nostra storia. Il prefetto ha portato il suo saluto e si è rivolta in particolare ai ragazzi presenti e ha spiegato loro cosa fossero le foibe. “Quelle fosse – ha detto – dove vennero buttate migliaia di persone. Un orrore, una vergogna, che non deve ripetersi mai più”.

Dopo la deposizione di una corona d’alloro e il “Silenzio” suonato da Roberto Biliotti della filarmonica “Verdi” di Poggio, il parroco don Gianni Gasperini ha benedetto il monumento. E’ quindi intervenuta Lucia Gasparini di famiglia istriana che ha raccontato le vicende della sua famiglia. Il padre era di Visignano d’Istria e lui insieme alla famiglia andarono via dalla terra natia nel 1948. “Mio padre arrivò in Italia al campo di Laterina che prima era un campo di concentramento e che poi era stato adibito a centro di raccolti profughi – racconta la signora Gasparini – Era il giorno il giorno di Natale del 1948. Non sono liberamente voluti venire in Italia. Sono stati obbligati. Il mio babbo doveva essere arruolato dai partigiani titini ma ancora non aveva sedici anni. La mia nonna, già vedova da diverso tempo, si appellava appunto al fatto che il marito era morto da tanti anni e che mio babbo era il primo maschio di casa e che non aveva compiuto sedici anni, l’età minima per l’arruolamento. Hanno cercato, non così facilmente, di ottenere i documenti per poter venire in Italia e sono arrivati a Laterina dove sono rimasti per otto mesi. Altre famiglie vi rimasero per un tempo assai più lungo. Mio padre e la sua famiglia si trasferirono in via Guelfa a Firenze grazie ad una donna che si occupava di trovare una sistemazione ai profughi”. Gasparini fa parte dell’associazione nazionale “Venezia Giulia e Dalmazia”. “Un’associazione – racconta la donna – che si occupa di portare avanti il ricordo e la memoria in questi momenti come il 10 febbraio ma anche con attività nelle scuole e laddove veniamo chiamati non solo per ricordare la storia ma perché noi discendenti siamo portatori di un testamento morale”.
Il sindaco Riccardo Palandri nel suo discorso ha sottolineato che “E’ importante ricordare che la memoria storica non è solo un atto di rispetto verso le vittime, ma anche un impegno per il futuro. Un impegno per educare le giovani generazioni alla pace, al rispetto reciproco, alla solidarietà e alla coesione sociale. La memoria ci insegna – ha detto il primo cittadino – che solo attraverso la comprensione, la riconciliazione e il dialogo possiamo costruire una società migliore, più giusta, più unita”. Altro appuntamento sul “Giorno del ricordo” è in programma sabato 15 alle ore 17,30 nella sala della Giostra del palazzo comunale. Guido Giacometti, profugo istriano, terrà la conferenza “Dalle tragedie del passato al progetto del futuro”.

In occasione del Giorno del Ricordo interviene anche la parlamentare pratese di Fratelli d’Italia e vice presidente di Gioventù Nazionale, Chiara La Porta: “Il monumento dedicato ai martiri delle Foibe a Poggio a Caiano, inaugurato nel Giorno del Ricordo di quella che fu la tragedia giuliano-dalmata, rappresenta e rappresenterà, per le comunità del territorio e non solo, un simbolo di memoria e di tributo che dobbiamo a migliaia di italiani sterminati da una tirannia per troppo tempo deliberatamente negata e dimenticata. Il monumento che, a partire da oggi, sarà l’immagine tangibile di una tragedia passata, assumerà anche il valore di un monito per il presente, affinché quell’odio che non solo portò i nostri connazionali a subire l’orrore di una pulizia etnica, ma condannò al contempo i sopravvissuti alla privazione della propria identità e all’esilio, sia relegato ad un passato buio e non si diffonda mai più. Il ricordo, tenuto vivo anche erigendo un monumento, rappresenta quel valore di verità, giustizia e racconto completo della storia che dobbiamo a quegli italiani e alle giovani generazioni. A loro oggi, mentre veniva deposta la corona di alloro in memoria dei martiri, è andato il mio pensiero di speranza per il futuro”.