21 Settembre 2010

Violenza in famiglia: più di mille le richieste d’aiuto


La violenza in famiglia non esce sempre allo scoperto. I numeri, che sembrano modesti, sono però, e purtroppo, illuminanti proprio per questo. Nel 2009, a Prato, sono state assistite 75 donne (che erano già in carico) e ne sono state accolte altre 184, attraverso il lavoro di psicologi, educatori, assistenti sociali, infermieri, avvocati e volontari. I colloqui con le operatrici sono stati 635, quelli telefonici 563 e 191 gli interventi di sostegno al percorso di uscita dall’abuso. C’è da sottolineare, stando alle stime Istat, che il rischio di violenza per le donne toscane è del 34,7%. Nel 70% dei casi le vittime sono i bambini, che assistono agli episodi di violenza sulla madre.

Questo grazie a Fili & Trame un progetto che punta a sviluppare la rete di contrasto alla violenza intrafamiliare verso donne e bambini e che si è sviluppato nel biennio 2008-2010 in particolare nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, attraverso il lavoro svolto dai centri antiviolenza, dai servizi specializzati pubblici e dal privato sociale. Domani, nella sala consiliare di palazzo Buonamici Provincia e Commissione Pari opportunità, Comune di Prato, Centro antiviolenza La Nara e Società della Salute fanno il punto sul progetto e sui risultati ottenuti nel territorio pratese.
E sul fenomeno delle violenze intrafamiliari già i numeri dell’attività del centro La Nara suggeriscono che è necessaria grande attenzione.
Finanziato dal Ministero per le Pari opportunità, dalla Regione Toscana e dal Comune di Prato, il progetto contro la violenza domestica ha numerosi partner, dalla Provincia di Firenze, al Comune di Pistoia, dall’associazione Artemisia alla Cooperativa Alice. Gli obiettivi sono quelli di accrescere le capacità di identificazione della violenza domestica, di ampliare la comprensione delle relazioni tra violenza alle donne e la violenza assistita dai figli, di accrescere le capacità di valutazione degli elementi di rischio e pericolo, allo scopo di migliorare i successivi interventi di protezione delle donne e di tutela dei loro figli. La finalità è infatti sviluppare e consolidare la cooperazione interistituzionale e multidisciplinare individuando standard e metodologie di lavoro comuni tra soggetti territoriali di varie culture organizzative e professionali.

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