16 Ottobre 2010

Prato ‘capitale’ delle Pmi
Concluso il forum di Confindustria


Forse è ancora presto per parlare di ripresa. Qualche spiraglio si intravede, ma occorre tenere la alta la guardia. La XII edizione del Forum della Piccola e Media Impresa si è chiusa in un clima di cauto ottimismo, con gli imprenditori che sono tornati a chiedere al governo misure di sostegno per favorire la ripresa, a cominciare da una diminuzione della pressione fiscale, come ricordato dalla leader degli industriali, Emma Marcegaglia, che ha chiuso i lavori.
“Pensiamo che la politica di rigore e stabilità che il governo porta avanti non è una opzione, è necessaria anche alla luce del nuovo patto di stabilità e crescita europeo. Ovviamente ora si deve aprire una fase di crescita” ha affermato Marcegaglia, che dal Forum della Piccola e Media Impresa ribadisce l’agenda delle riforme proposta alla politica: “la nostra posizione è chiara: ricerca e innovazione; far partire le infrastrutture che già sono finanziate; continuare la riforma della Pubblica Amministrazione; far partire il nucleare e fare la riforma fiscale”.
E mentre mercoledì prossimo al ministero dell’economia si riunirà il tavolo tecnico sulla riforma fiscale, al quale siederà anche Confindustria, il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, ha ribadito che “rigore, crescita e stabilità devono andare insieme”. “Non abbiamo mai inteso contrapporre stabilità e crescita – ha affermato il ministro – e sarebbe veramente sbagliato pensare di realizzare la crescita attraverso il debito. Alcune risorse sono già state allocate, altre lo saranno con il provvedimento di fine anno: gli obiettivi prioritari sono le infrastrutture, l’energia, gli ammortizzatori sociali e la detassazione dei salari collegata alla produttività, il sostegno all’Università e alla ricerca e il sostegno al rating” ha aggiunto Sacconi.
Intervenendo al forum il vicepresidente della commissione europea, Antonio Tajani, ha annunciato importanti novità per le imprese: l’approvazione – la prossima settimana – da parte del parlamento europeo della direttiva sul ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, le quali dovranno pagare le aziende fornitrici entro un termine massimo che va dai 30 ai 60 giorni, oltre il quale scatterà una penale dell’8%.

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