Tante candele accese intorno al sottopasso maledetto, tante rose bianche sulla rete che da martedì ne impedisce l’accesso. Così l’Associazione dei giovani cinesi ha voluto commemorare le tre donne morte durante il nubifragio, affogate in quel piccolo tunnel sotto la ferrovia diventato una trappola mortale. Si sono ritrovati in qualche centinaio sul luogo della tragedia, soprattutto studenti della seconda generazione, stretti intorno alla donna che ha perduto due sorelle e una nipote, all’uomo che ha perduto la moglie, al parente arrivato da Modena per aiutare e fare un po’ da interprete. Di nuovo si ritorna a quella notte maledetta, di nuovo il marito racconta come si è tuffato in quel pozzo di acqua e fango per recuperare due corpi, di nuovo si parla di telefonate. A chi, da chi, a che ora? Ancora rimangono zone oscure, lo shock ha fatto dimenticare, qualcosa si perde nelle traduzioni. Molto dolore, molto silenzio. Su tutto lo straziante lamento della donna, una nenia modulata tra le lacrime. Una ragazza traduce che sta ripetendo un’invocazione di aiuto e il nome delle sorelle, come una preghiera.