24 Dicembre 2010

Buon natale cari giovani, gli auguri di natale del Vescovo


È sempre bello a Natale e a Capodanno ricevere e dare gli auguri. Ma quali auguri? Auguri di buona salute, diranno alcuni; di lavoro e di un po’ più di benessere, di meno pensieri, diranno altri. Altri ancora, e forse tutti, si augurano e (speriamo) augurano, francescanamente, «pace e bene»: in famiglia e nelle varie esperienze della convivenza sociale. Se questi auguri non sono di facciata, come non essere d’accordo.
Mi permetto qualche variazione sul tema. La prima: in quanto espressione del migliore buon cuore e di preziosa sostanza morale, gli auguri però, da soli, costituiscono un valore innegabile ma non hanno in sé la forza di realizzare appieno tutto il bene che auspicano. Anche qui c’è un invalicabile limite umano. Il limite è superato invece dalla fede, la fede autentica. Quanti riconoscono e adorano Dio e la sua Provvidenza, e tanto più i cristiani, sanno che gli auguri hanno una efficacia, per quanto misteriosa, se sono accompagnati dalla preghiera e sostanziati di preghiera.
In secondo luogo, dedico gli auguri di questo Natale 2010 anzitutto agli adolescenti ed ai giovani, pur estendendoli a tutti i pratesi, credenti o meno, e a quanti – sono migliaia – vivono la condizione di immigrati (penso in particolare agli immigrati non arricchiti). Sì, è vero: al primo posto ci sono sempre coloro, di qualunque età, che soffrono di più per vari motivi: motivi di salute, lutti ancora duri e difficili ad essere capiti e leniti, privazioni del lavoro, forte preoccupazioni economiche a carattere familiare e aziendale, oppure a causa di dolorose e talvolta dolorosissime separazioni e rotture coniugali o d’ altro genere.
Ma se parlo dei giovani, degli adolescenti e dei ragazzi è perché ritengo anch’io che sono loro i primi «poveri» e perché vedo in giro costumi, idee, assenze, omissioni, speculazioni mercantili e ideologiche sulla gioventù che tutto sono fuorché espressioni di autentico amore liberante e responsabile. Immagino che qualcuno o più d’uno potrà sospettarmi di pessimismo o di idee e paure vecchio stampo. Bisognerebbe parlarne in appositi incontri. Per parte mia, non di rado i giovani d’oggi mi incantano e penso che tantissimi di loro, anche quando appaiono sguaiati o incoscienti, in fondo sono migliori di certe loro parole, di certe arie prepotenti e trasgressive, di certi comportamenti più o meno decisamente sbagliati. Ma non mi illudo. Moltissimi ragazzi e adolescenti stanno subendo fortissime attrazioni che si traducono in vere e proprie potenti «distrazioni» dai valori essenziali, e tanti, troppi di loro crescono in età e sono portati dalla corrente a fare ogni genere di esperienza «divertente» senza crescere non solo «in grazia» (la grazia cristiana) ma neppure in consapevolezza e in vera apertura culturale, a contatto di salutari esperienze che tocchino il loro animo profondo e migliore: esperienze con i poveri, i malati, gli anziani, esperienze con gruppi che si confrontano con i problemi e i dolori e insieme con gli ideali più belli di una umanità più umana. Pare proprio non sufficiente il numero delle guide intellettuali, morali e spirituali che ci vogliono! E spesso anche i giovani più seri sembra che non abbiano avuto e non abbiano nessuno che li introduca a scoprire e a sperimentare la verità e la bellezza di Gesù Cristo. Per questo è di assoluta importanza domandarci tutti, Chiesa compresa, quali siano i percorsi di una formazione liberante.
Buon Natale, ragazzi e ragazze che mi leggete. Vi vogliamo bene come forse non immaginate.
 
+ Gastone Simoni, Vescovo di Prato

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