«Stefanino», Brunetta: «Cercate di
esportare la “ricetta Prato”»
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«Cercate di esportate la “ricetta Prato”, di distribuirla in altre parti del Paese». Si dice estimatore di Prato, della sua comunità e del suo distretto, il ministro Renato Brunetta, ospite d’onore della cerimonia di consegna della prima edizione del premio Santo Stefano, svoltasi questa mattina al Museo del Tessuto. Nella sua esperienza, prima di ricercatore universitario poi di economista e di ministro, Brunetta ha affermato, alla folta platea che ha partecipato alla premiazione al Museo del Tessuto, di «aver sempre ammirato il successo di Prato».
Nel suo discorso il Ministro ha ricordato come il vero capitale di un distretto sia «la comunità e la sua produzione di valore». E prendendo a prestito la metafora del tessuto, «che qui sapete fare benissimo», ha osservato come esso significhi anche «capacità di mettere insieme e costruire».
«Da inguaribile ottimista», come si è definito, Brunetta ha lanciato segnali positivi sostenendo che il periodo che stiamo vivendo è favorevole: «Il 2010 si è chiuso in positivo, con l’1% in più del Pil», ma soprattutto che questo inizio d’anno segna in Italia «una riduzione del 30% della richiesta di cassa integrazione. Questo Governo ha fortemente sostenuto gli ammortizzatori sociali per non far perdere capitale umano alle aziende e non dar pretesto alle imprese di chiudere». Questo dato, «la domanda minore di cigs – ha detto Brunetta – ci fa capire che siamo in presenza di una ripresa produttiva».
Presente anche l’assessore regionale alla Cultura, Turismo e Commercio della Toscana Cristina Scaletti che ha lodato l’iniziativa affermando come riconoscimenti come questi siano importanti, perché «una città che si preoccupa solo di strumenti di lavoro senza dar conto ai valori umani e sociali è destinata a spegnersi».
E proprio alle aziende virtuose del territorio, quelle che si sono contraddistinte per le tenuta e il rilancio del lavoro, che hanno improntato il loro spirito d’impresa nel rispetto delle regole salvaguardando etica e solidarietà, è andato il premio Santo Stefano, chiamato anche «Stefanino d’oro». Nato da un’idea del noto cenciaiolo pratese Giovanni Masi, il suggerimento dell’istituazione di questo riconoscimento è stato subito accolto dal Vescovo Simoni che si è fatto promotore dell’iniziativa e ha riunito così Comune e Provincia di Prato, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio, nella comune volontà di indicare a modello ed esempio alcune fra le tante imprese che hanno fatto e fanno la storia economica e lavorativa del distretto, nonostante la crisi.
Lanificio Ricceri, GT2000, Rifinizione Santo Stefano e Gastronomia Toscana i nomi delle quattro aziende premiate con una medaglia in bronzo dorato realizzata dallo scultore Vincenzo Gennaro. «Coscienza, conoscenza e innovazione», le parole impresse sulla scultura a due facce, a significare, come ha detto il presidente del Polo universitario di Prato Maurizio Fioravanti nella prolusione alla cerimonia, «valori esemplari che possono diventare emulazione verso il meglio».
I premi, annunciati nel corso del solenne pontificale di Santo Stefano dal Vescovo Gastone Simoni, sono stati consegnati dal sindaco di Prato Roberto Cenni, dal presidente della Provincia Lamberto Gestri, il presidente della Camera di Commercio Carlo Longo e dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Ferdinando Albini. L’intero cuore istituzionale, religioso ed economico della città e del suo territorio ha così simbolicamente incoraggiato, premiando quattro aziende tra le trenta segnalate al comitato promotore, tutto il distretto, tessile e non, ad alzare la testa, a far vedere che Prato è viva e investe sul futuro.

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