15 Febbraio 2011

Traffico di stracci gestito dalla camorra, coinvolta la Eurotess Srl di Montemurlo (GUARDA IL VIDEO)


Oltre due anni di indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Firenze, coordinati dapprima dalla Procura di Prato e poi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, hanno consentito di fare luce su un maxi traffico di indumenti usati provenienti dalla raccolta sul territorio, in larga parte gestito dalla camorra, che, in totale violazione della normativa sui rifiuti, venivano inviati ad aziende toscane e campane che li commercializzavano al dettaglio simulando trattamenti in realtà mai avvenuti e realizzando ingenti guadagni.
Dalle prime ore di stamani, nelle province di Firenze, Prato, Forlì-Cesena, Napoli, Caserta e Cagliari, i Carabinieri hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Firenze, di cui 8 in carcere e 9 agli arresti domiciliari. Per tutti l’accusa è di traffico illecito di rifiuti: si tratta di imprenditori, commercianti, autotrasportatori e intermediari che gestivano a vario titolo, in concorso tra loro, il fiorente traffico degli stracci, un giro d’affari da decine di milioni di euro l’anno su cui aveva messo le mani la camorra. Il potente clan Birra-Iacomino, particolarmente attivo nella zona di Ercolano, traeva dall’attività illeciti profitti imponendo la destinazione di tutta la merce diretta nella zona di propria influenza a ditte ad esso legate, con proiezioni anche in Toscana.
La base operativa dell’attività illecita era infatti, secondo gli inquirenti, l’impianto per il recupero di rifiuti tessili “Eurotess s.r.l.” di Montemurlo, facente capo all’imprenditore pratese Franco Fioravanti. Da qui venivano gestiti i flussi di stracci che, acquistati dai gestori della raccolta sul territorio, spesso realizzata anche da ignare associazioni no profit che destinavano i ricavi ai propri scopi statutari, venivano rivenduti a ditte che ne curavano la commercializzazione al dettaglio sul mercato dell’usato. Gli stracci raccolti sul territorio sono dei rifiuti che come tali soggiacciono a precise regole dettate dalla legge: per potere essere recuperati, e reimmessi sul mercato come merce, necessitano di vaglio e cernita e di un processo di igienizzazione, operazioni queste che possono essere effettuate solo da aziende e impianti in possesso di apposite autorizzazioni al recupero dei rifiuti. Come la “Eurotess”, appunto, che però ben si guardava dal sostenere i costi connessi alle operazioni di recupero, limitandosi a falsificare una serie di documenti per far figurare il passaggio del rifiuto presso il proprio stabilimento quando, in realtà, esso arrivava direttamente a ditte non autorizzate a trattare rifiuti che, dopo sommaria cernita, reimmettevano sul mercato i pezzi più appetibili, provvedendo a smaltire illecitamente la parte non riutilizzabile contribuendo ad alimentare il degrado del territorio con pratiche, come quella dell’incendio di stracci lungo la pubblica via, tristemente note in Campania.
Secondo l’accusa, Fioravanti era il protagonista del traffico in Toscana, di cui dirigeva le operazioni. Per quanto invece riguarda i flussi per la Campania, egli veniva affiancato, fino ad esserne progressivamente sostituito, dal pregiudicato ercolanese Emanuele Bagnati che vanta parentele eccellenti nel clan camorristico Birra-Iacomino e che ne rappresenta gli interessi: era lui ad occuparsi della gestione di quella parte del traffico, con particolare riferimento alla zona di Ercolano, imponendo destinatari e prezzi nell’esclusivo interesse del sodalizio cui era legato.
Il traffico stroncato oggi dall’indagine dai Carabinieri, oltre a recare danno all’ambiente con l’illecito smaltimento dei tessuti non più utilizzabili, esponeva a rischio la salute dei consumatori che acquistavano indumenti non sottoposti ad alcun genere di igienizzazione: una quantità enorme di indumenti usati raccolti alla rinfusa ed imballati, infatti, veniva messa in vendita al pubblico nelle bancarelle dei vari mercati rionali senza alcuna precauzione igienica. Le indagini hanno analizzato e ricostruito in ogni passaggio 320 trasporti illeciti, documentando il movimento di oltre 5.000 tonnellate di indumenti usati, ma la mole di stracci mossi illecitamente è infinitamente più ampia, stimabile  in milioni di tonnellate all’anno, con un giro d’affari di decine di milioni di euro.
In carcere oltre a Fioravanti e Bagnati, sono finiti anche i trasportatori Gabriele Borragine e Sauro Bellucci e i commercianti, destinatari finali del prodotto, Filippo Cozzolino, Giovanni e Salvatore Scognamiglio e Massimo Uliano. Tranne quest’ultimo e Bellucci, gli altri 6 dovranno rispondere anche dell’aggravante di avere agito avvalendosi della forza intimidatoria della camorra  nonché per agevolare il clan Birra-Iacomino. Arresti domiciliari per la moglie di Fioravanti, Edwige Pichot, per la segretaria Elena Tatti, per il raccoglitore Paolo Castorri, per i trasportatori Francesco Dessi e Romeo Bruschi, e per i commercianti Catello Russo, Raffaele Malapena, Antonio Viola e Salvatore Melillo.
Nel corso dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo quote societarie e beni mobili registrati del valore di circa 5 milioni di euro.

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