Direttore generale della Provincia, si riaccende la polemica


A soffiare sul fuoco di una vicenda mai sopita ci avrebbe pensato nei giorni scorsi il viceprocuratore regionale della Corte dei conti, Acheropita Mondera Oranges, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti della Toscana. Il viceprocuratore -a margine dell’incontro – avrebbe fatto notare come ci siano amministrazioni in Toscana che hanno proceduto alla nomina di direttori generali sprovvisti di laurea, riferimento neanche troppo velato alla vicenda del direttore generale della Provincia di Prato, Giancarlo Cecchi, la cui nomina aveva causato frizioni fra il presidente Gestri e l’assessore Melighetti, che lasciò la giunta provinciale in segno di disaccordo. La mancanza del titolo di laurea da parte di Cecchi era uno dei punti su cui si era incentrata nei mesi scorsi la discussione. Il Pdl aveva presentato un esposto proprio alla Corte dei conti. Ora il nuovo capitolo. Il viceprocuratore avrebbe annunciato che sono in corso accertamenti su almeno due casi di nomine di direttori generali senza laurea da parte di amministrazioni che arriveranno a conclusione entro l’anno. Mondera Oranges avrebbe ricordato che il sindaco o il presidente della Provincia non possono scegliere per parere o gusto personale, ma deve essere fatta una scelta tra più soggetti che hanno identiche caratteristiche e tutti i necessari requisiti per poter svolgere quel ruolo. Parole che hanno riaperto il dibattito. I consiglieri provinciali del Pdl Matteo Cocci e Francesco Mugnaioni hanno presentato una domanda di attualità discussa nel Consiglio provinciale di ieri. Gestri ha difeso a spada tratta la sua nomina, dichiarando che si tratta di un procedimento regolare. I consiglieri Cocci e Mugnaioni hanno sottolineato che – in caso di irregolarità nella nomina – si rischia il commissariamento della Provincia.

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massimo
massimo
13 anni fa

la verità va predicata anche sui tetti,e soprattutto è una sola.L’informazione non deve essere allineata con nessuno,questa è una regola deontologica che molti giornali stanno dimenticando.
Avanti così!