Profughi, Morganti stecca sulla Chiesa di Prato. Che aiuta ogni giorno gli italiani. Ma lui non lo sa
L’on. Claudio Morganti stecca sulla disponibilità di accoglienza del Vescovo ai profughi: «Prato – scrive in un comunicato – è una vasca piena dove bisognerebbe trovare il modo per svuotarla. Il Vescovo – continua il deputato europeo leghista – dovrebbe pensare alle tante famiglie pratesi in difficoltà che faticano ad arrivare alla fine del mese o a pagare l’affitto anziché pensare ad ospitare altri immigrati». Forse l’onorevole Morganti è troppo impegnato tra Strasburgo e Vaiano. Se ogni tanto facesse un giro tra i tanti servizi di carità promossi dalla Chiesa di Prato eviterebbe di dire certe castronerie. Di per sé basterebbe seguire un po’ i mezzi di informazione locali: era notizia di qualche giorno fa che l’Emporio della Solidarietà, ideato dalla Caritas diocesana, dà da mangiare ogni mese a centinaia di persone, di cui oltre la metà italiani. Il resto sono chiacchiere. G.R.
Avendo esperienza diretta con persone che offrono gratuitamente il loro servizio e conoscendo persone che di tanti gesti di solidarietà benficiano, posso dire che il sostegno a chi è nel bisogno è dato senza fare distinzioni. La chiave di lettura forse va spostata sulla persona, da qualunque parte di mondo provenga: quando porta un disagio occorre ascoltarla, guardarsi intorno per trovare le risorse a disposizione e aiutarla nel modo migliore possibile per la persona stessa. Quindi italiano o di altra nazionalità cosa importa. Viviamo su un’unica terra di cui dovremmo sentirci tutti un po’ più responsabili, a cominciare da chi governa (chiunque esso sia e da qualunque parte di mondo provenga, anche lui). Alcuni servizi della Chiesa presentano un ago della bilancia spostato verso chi non è italiano? Potrebbe anche succedere, magari perché molti immigrati vivono in condizioni peggiori rispetto alle famiglie italiane. Ma non si può certo dire che i bisogni dei cittadini pratesi non siano stati tenuti in conto dalla nostra diocesi… Ricordiamo a titolo di esempio l’iniziativa “5 euro”, promossa dall’associazione “Insieme per la famiglia” ONLUS: nel bilancio di fine 2010, il numero di famiglie italiane sostenute è stato il doppio di quelle non italiane. E comunque, nell’uno e nell’altro caso si è trattato di PERSONE, non di pacchetti…
Avendo esperienza diretta con persone che offrono gratuitamente il loro servizio e conoscendo persone che di tanti gesti di solidarietà benficiano, posso dire che il sostegno a chi è nel bisogno è dato senza fare distinzioni. La chiave di lettura forse va spostata sulla persona, da qualunque parte di mondo provenga: quando porta un disagio occorre ascoltarla, guardarsi intorno per trovare le risorse a disposizione e aiutarla nel modo migliore possibile per la persona stessa. Quindi italiano o di altra nazionalità cosa importa. Viviamo su un’unica terra di cui dovremmo sentirci tutti un po’ più responsabili, a cominciare da chi governa (chiunque esso sia e da qualunque parte di mondo provenga, anche lui). Alcuni servizi della Chiesa presentano un ago della bilancia spostato verso chi non è italiano? Potrebbe anche succedere, magari perché molti immigrati vivono in condizioni peggiori rispetto alle famiglie italiane. Ma non si può certo dire che i bisogni dei cittadini pratesi non siano stati tenuti in conto dalla nostra diocesi… Ricordiamo a titolo di esempio l’iniziativa “5 euro”, promossa dall’associazione “Insieme per la famiglia” ONLUS: nel bilancio di fine 2010, il numero di famiglie italiane sostenute è stato il doppio di quelle non italiane. E comunque, nell’uno e nell’altro caso si è trattato di PERSONE, non di pacchetti…