Omicidio-suicidio, effettuata l’autopsia sui due corpi
Si è conclusa l’autopsia disposta dal sostituto procuratore del tribunale di Prato Roberta Pieri sui cadaveri dei coniugi morti venerdi mattina nella propria abitazione di via Firenze. Le prime rilevazioni portano a confermare l’ipotesi fin da subito percorsa dagli inquirenti: Giuseppe Milazzo, operaio tessile di 37 anni, avrebbe ucciso la moglie, Desirè Zumia, commessa di 34 anni, con un coltello da cucina. Poi, dopo aver chiamato i carabinieri per lanciare l’allarme, avrebbe usato la stessa arma contro di sè per suicidarsi. Non è ancora stato accertato cosa abbia visto la piccola figlia di quattro anni, che al momento della tragedia si trovava al pian terreno dell’abitazione. I due corpi sono stati trovati al primo piano, nella sua cameretta. Il padre, prima di suicidarsi, aveva chiuso l’accesso alla stanza dall’interno ostruendo la porta con un mobiletto. Un modo per non farle assistere allo strazio dei genitori dissanguati. La Procura di Prato e il medico legale incaricato di eseguire l’autopsia, Brunero Begliomini, mantengono il riserbo sul numero di coltellate che l’uomo ha inferto alla donna oltre che sull’esatta dinamica del litigio che avrebbe preceduto l’omicidio. Nelle prossime ore il Tribunale dei Minori di Firenze istruirà la pratica per l’affidamento temporaneo delle due minori rimaste orfane: la bimba di 4 anni, figlia della coppia, e la 16enne, che Desirè ha avuto da una precedente relazione. Con tutta probabilità entrambe le minori saranno assegnate ai nonni materni che vivono a Palermo. Anche i funerali dei due coniugi, dopo il nulla osta da parte della magistratura, dovrebbero essere celebrati in Sicilia. A Prato i due coniugi non avevano parenti. Per quanto riguarda il movente, l’ipotesi più accreditata è un litigio degenerato nel raptus omicida. Secondo alcuni elementi raccolti, la coppia, sposata da un anno, si stava avviando alla separazione. Nell’appartamento sono stati trovati dei fogli che lasciano supporre una suddivisione dei beni, anche se non ci sono documenti formali, scritture private o atti legali che attestino l’imminente separazione. Per ricostruire il clima familiare che ha preceduto la tragedia, nei prossimi giorni potrebbe essere sentita la figlia 16enne di Desire, studentessa del Copernico, che in questi giorni è stata assistita da psicologi e circondata dall’affetto dei compagni di scuola.
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