26 Giugno 2011

Festa Pd, l’ex ministro Damiano propone
un contratto d’inserimento per i giovani


Giovani e lavoro al centro del dibattito che ha aperto la kermesse degli eventi politici dell’edizione 2011 della Festa democratica provinciale. L’iniziativa “Giovani, qualificati, occupati!”, di scena ieri sera ai giardini di Narnali-Maliseti, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso. Sono saliti sul palco per confrontarsi con Cesare Damiano, parlamentare, già ministro del lavoro, la vicepresidente della Provincia Ambra Giorgi e Daniele Quiriconi della segreteria Cgil Toscana. Il dibattito è stato coordinato da Andrea Ghetti, dei Giovani Democratici di Prato.
Ambra Giorgi, dopo aver annunciato per giovedì 30 la presentazione dei risultati di una ricerca sul lavoro precario, commissionata dalla Provincia al professor Piero Ganugi dell’Università Cattolica di Milano, ha messo in evidenza che «i tempi sono maturi per ripartire con un’offensiva culturale nei confronti del lavoro». «Il dilagare del precariato porta problemi di carattere sociale ed economico – ha detto – serve stringere un nuovo patto per il futuro dei giovani, che riesca a mettere al centro i temi del welfare e del lavoro. Come istituzione, se le parti sociali sono d’accordo, siamo pronti a sperimentare a livello locale un modello di contratto d’inserimento che partendo da poche tutele permetta di arrivare nell’arco di un tempo stabilito a un rapporto di lavoro stabile».
Per Quiriconi è necessario innanzitutto «disboscare la foresta dei contratti atipici».  Iniziando a snocciolare un po’ di dati sul mercato del lavoro si è soffermato sulla nota dolente dell’occupazione giovanile, in particolare sull’abuso dello strumento degli stage e dei tirocini. «In Toscana – ha evidenziato – degli oltre 14mila tirocini attivati quest’anno, solo 96 si sono trasformati in contratti di lavoro stabile. E spesso sono usati per mansioni poco qualificate, dove l’attività formativa è assente».
Nel suo intervento Damiano ha indicato alcune proposte specifiche. Prima l’ha buttata sulla politica («non cambieremo le cose se non mandiamo a casa questo governo») poi è entrato nel vivo della questione giovanile.  Per il parlamentare Pd «la prima cosa da fare è alzare i costi dei contratti precari». «Il lavoro flessibile deve costare di più di quello stabile – ha dichiarato – in modo tale che non rappresenti più una scelta di convenienza per le aziende; occorre, inoltre, garantire una pensione ai giovani facendo valere, ai fini contributivi, ogni giorno di lavoro svolto in modo regolare e il riscatto degli anni della laurea; infine – ha aggiunto – sono d’accordo con la proposta di sperimentare un modello di contratto d’inserimento purché lo scambio sia reciproco, ovvero, minor salario in cambio di stabilità del posto di lavoro».

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments