Veronesi e Nesi scoprono la scrittura dei giovani migranti di seconda generazione


“Ho scritto ciò che pensavo. Sono felice di aver scritto”. Parola di Wu Vei Dong, studente del liceo scientifico Copernico.  La scrittura dei giovani migranti di seconda generazione che vivono a Prato diventa quasi un caso linguistico-letterario, sotto lo sguardo attento di due autori come Edoardo Nesi e Sandro Veronesi. A mettere in primo piano questo singolare “caso” è stata ieri pomeriggio la premiazione del concorso  per giovani migranti La città vista e vissuta dai pratesi di seconda generazione, promosso da Provincia e Monash University. Venticinque i partecipanti, a premiare i vincitori a palazzo Buonamici, con il presidente Lamberto Gestri, c’erano i tre componenti della giuria:  l’assessore alla Cultura Edoardo Nesi (che ha inventato il premio), lo scrittore Sandro Veronesi e Loretta Baldassar della Monash University di Prato. Sono stati due ragazzi di famiglia cinese, studenti del liceo scientifico Copernico, a  vincere ex equo la prima edizione del premio. Si chiamano Wu Vei Dong e Mo Gioia. Il primo ha raccontato i problemi della sua gente in una forma letteraria che nasce da una lingua originalissima – come ha sottolineato Veronesi –   risultato di una mescolanza assolutamente singolare tra cinese e italiano. La seconda ha messo nero su bianco la solitudine e la giornata di una adolescente  che vive in una casa silenziosa, i cui abitanti trascorrono la loro vita lavorando altrove. Menzione speciale per Ledion Ibrahimi, giovane studenti dell’Istituto Buzzi, di origine albanese. “La cultura è il veicolo più importante per aprire porte e rompere muri, per affermare che siamo tutti uguali su questa terra – ha affermato il presidente Gestri in apertura – La vostra presenza è una opportunità e questo premio è un modo per conoscersi meglio e mettere da parte i pregiudizi”. “Non importa chi ha vinto – ha spiegato l’assessore Nesi – l’importante è dare voce alle ragazze e ai ragazzi che rappresentano la seconda generazione di migranti. Questo concorso è un modo per fare qualcosa di importante e di concreto. Per questo a qeusta edizione ne seguiranno altre”.  Loretta Baldassar ha parlato del valore straordinario del “terzo spazio” , il luogo di incontro delle identità, spazio di opportunità e potenzialità insospettate.  L’iniziativa, avviata nella seconda metà del 2010, intende offrire l’opportunità a coloro che chiamiamo i pratesi di seconda generazione e che scrivono in italiano di raccontarsi e di far conoscere al pubblico i valori culturali di cui sono portatori Al concorso si poteva partecipare con un’opera letteraria, di narrativa o di saggistica oppure una poesia o una raccolta di poesie in lingua italiana. Per poter inviare il proprio lavoro era necessario essere giovani (non oltre i 30 anni), essere nati a Prato o aver frequentato a Prato il percorso scolastico. Le opere vincitrici saranno pubblicate on line sul sito www.provincia.prato.it.

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