15 Luglio 2011

COSE CHE CI PIACCIONO DI NEW YORK (2)


5) Pausa pranzo sul food track.

Tutto cominciò con l’hot dog all’angolo di strada. Poi fu la volta dei gelati. Poi del “coffee+donut” (la ciambella di Homer Simpson) a un dollaro (grande invenzione, tipo il forfettario, dove ancora lo fanno, per “cornetto e cappuccio”). Poi, ancora, degli spiedini e del cibo etnico (vi saluto tanto quelle zaffate di fumo denso che esce dalle griglie accese costantemente, anche di prima mattina mentre corri sui marcapiedi)…. Adesso alla fauna metropolitana si sono aggiunti i food tracks, sorta di grandi camion appostati lungo le strade di Manhattan e che vorrebbero presentarsi come una sorta di ristorante, appunto, on the road.

Ci sono quelli specializzati in cibo messicano, con tapas e burritos; quelli che portano a Manhattan la pizza a legna con cui hanno fatto successo a Brooklyn; addirittuta quelli che vendono l’aragosta, come questo. E la cosa piu’ divertente, che rende la pausa pranzo ancora piu’ creativa e magari offre l’occasione per fare due passi, e’ che il food track com’e’ sua natura, si sposta… e per sapere dove sara’, o quale sia arrivato all’angolo sotto l’ufficio, a New York si usa Twitter: un tweet , un “cinguettio”, 140 caratteri e tac, ecco le coordinate esatte della posizione del food track stile battaglia navale, dove a colpire e affondare sarà la forchetta del vostro pranzo.

6) Giovani stilisti per giovani clienti cool.

Questo lo abbiamo trovato per caso (come tutte le cose migliori a Manhattan) ed era da fotografia. Un “luogo segreto” al 7 piano di un palazzo a Tribeca, New York (a tre passi, per capirsi, dall’abitazione dove è stato confinato Dominique Strauss Kahn), allestito per 5 giorni come una vera e propria mostra mercato: stand di abiti e accessori, musica con djset, persino un angolo cucina per rifocillarsi con bocconi caldi. “L’ho saputo per caso – ci ha raccontato una ragazza americana – ma mi attira questa idea di un posto esclusivo dove comprare direttamente dallo stilista”.

“Per noi è un modo di entrare in contatto con nuovi clienti – ci dice una giovane che ha allestito lo stand – occasioni come queste sono davvero importanti”. Tanto per dirvi lo stile degli espositori… tra di loro ho trovato anche  questi, che mi hanno mostrato gli occhiali e gli accessori che hanno disegnato per celebrities come Rihanna o Lady Gaga.

E se gli espositori sono essenzialmente tutti amici o contatti diretti della società (di giovani) che ha noleggiato lo spazio (e che promette nuovi eventi del genere perché, dicono, “prima di oggi questo era solo una grande salone vuoto, uno spazio grande come pochi se ne trovano liberi a New York, ci sembrava sprecato tenerlo così e abbiamo chiesto ad amici creativi se volevano esporre qualche giorno… ed eccoci qui”), i clienti come l’hanno saputo? Facile: attraverso Facebook e altri social network (l’America ormai si muove così), a cui si e’ aggiunto il New York Times che, con un articolo sull’iniziativa, ha fatto da importante cassa di risonanza. E da ulteriore biglietto da visita.

7) Musei… gratis dopo le 7, con contributo volontario dopo le 5.

Come il New Museum, un museo d’arte contemporanea dall’aspetto molto discusso al momento della sua inaugurazione (<Come tutte le cose nuove>, mi dice un amico architetto di Hong Kong… fatto salvo che a New York non si contano i nuovi cantieri ogni anno), che da ieri ospita una mostra su artisti dell’Est Europa prima della caduta del Muro di Berlino e che il giovedì resta aperto fino alle 9 pm con orario prolungato e, appunto, entrata gratis dalle 7 pm; o come il Guggenheim (e molti altri con lui…) che  il sabato pomeriggio dopo le 5.30 (chiusura alle 9) fa entrare i turisti con contributo volontario… invece che con i soliti 18 dollari di ingresso. Non male.

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