1 Luglio 2011

CRAIGSLIST: COME CERCARE CASA A NEW YORK (part 2)


Attraverso gli annunci di Craigslist ho visto cose che voi umani…


Per 1200 dollari al mese nell’Upper East Side (una delle zone “bene” di New York, molto residenziale) sono stata a vedere una camera di tre metri per due, molto pulita (caratteristica a questo punto notabile), lettino scrivania armadietto (qui si chiama closet, e’ quasi sempre un piccolo armadio a muro, e meno male che è a muro sennò nella stanza non metteresti piede). Piccolo particolare: era in un seminterrato. La finestra, se vogliamo chiamarla così, era una fessura al livello della strada, con grata. L’aria condizionata scaricava all’esterno, ma il calore rientrava all’interno perché non riusciva a sfiatare talmente era vicino al terrapieno della carreggiata. Quando l’abbiamo fatto notare alla padrona di casa, una signora portoricana che mi ha assicurato che prima di noi quella stanza era affittata alla figlia del ministro dell’agricoltura giapponese (!), lei ha rispoto “Welcome in Manhattan, baby!”, un’affermazione in cui se ci fosse stato un sottotitolo asteriscato ci avreste letto: “Per questo prezzo che pretendi, pure la vista?”.

Altro giro altra corsa. Andiamo stavolta ad Harlem, dove storicamente vive la comunità nera di New York. Anzi, non è proprio ad Harlem, ma in zona Columbia University. Un posto a suo modo molto fico, pieno di studenti, pieno di giovani…. Vado a vedere una stanza al piano terreno di un bel palazzo sulla 120 street. Mi apre Amelie, una americana longilinea, capelli biondissimi raccolti con le codine, occhi azzurri azzurri, magliettina a righe: sembrava avere 15 anni ma era studentessa di università, alla Columbia appunto: uscio e bottega, per capirsi.

Anyway. Mi fa vedere la casa: Quattro camere, un solo bagno, cucina con tutto (microonde, frullatore, tostapane… cose essenziali qui in USA), camera carina, luminosa, con scrivania davanti alla finestra. Mi sorride, è gentile, il prezzo non è male: se ci ha vissuto una così, mi dico, posso viverci anche io. Prima di salutarmi, forse le ispiro simpatia, chissà, mi dice: “Per la verità, io non vedo l’ora di traslocare. Da un anno abito qui, la landlady è una pazza e noi non ne possiamo più di combattere con mice and crokroaches” (ovvero con topi e scarafaggi, altra piaga newyorkese di cui vi dirò più oltre). Ho salutato Amelie consapevole che non l’avrei richiamata più.

Inizio a cercare casa a Brooklyn. Zona fighetta, anzi, cool: una di quelle zone di NY che si sta lentamente riqualificando e che da qualche anno è la meta prediletta di tanti giovani con pochi soldi e molte idee che scelgono di abbandonare Manhattan in cerca di affitti piu’ affordable appena al di là del fiume. Brooklyn è anche meta di artisti: ci si trova ottimo jazz, interessante arte contemporanea, intriganti feste sui tetti (rooftop parties: un’altra delle cose tipiche da fare a NY di cui vi dirò prossimamente). Tanto per farvi capire di che zona parlo, ecco un paio di foto di Bushwick, una delle zone di Brooklyn dove tanti giovani escono la sera in cerca di locali “alternativi”.




Be’. A Brooklyn prendo appuntamento per vedere una stanza. La padrona di casa me la mostra: piccolina, zozzina (mi turo il naso: in più, in casa c’è un bel micione molto cresciuto, per dimensioni simile a un nostro barboncino), senza mobili. “Per 50 dollari al discount puoi comprare un materasso gonfiabile queen size”, mi dice. (Queen size sarebbe una piazza e mezzo, più grande del twin bed, che è il letto singolo, più piccolo del king, letto matrimoniale; una misura, il queen size, che va tanto a NY forse perché vista la stazza media complessiva, agli americani nel letto piace starci belli comodi). “C’è un particolare – aggiunge la landlady, come se si fosse dimenticata di avermelo detto prima – non so da quando questa stanza sarà libera. Comunque, se hai bisogno, puoi dormire per qualche notte lì, sul divano di cucina, quello in cui di solito dorme il gatto”. In America sono molto elastici.

Continuo a vedere stanze. Di nuovo Brooklyn, altra zona. Ci vado di pomeriggio in pieno sole: alla fermata della subway trovo due policemen: non è una cosa usuale per cui mi chiedo se la zona sia tranquilla (eppure, è solo a qualche fermata di distanza da Manhattan). Mi dicono che sì, la zona è safe. Dico allora che cerco casa. Mi chiedono dove. Apro l’agendina, con l’indirizzo appuntato in chiara penna blu. Il poliziotto giovane dà di gomito a quello più alto. Mi guarda e mi dice: “Signorina, proprio in quel palazzo negli ultimi due mesi ci sono stati almeno tre o quattro furti in appartamento. Se qualcuno vuole affittarle la stanza, glielo dico io perché: sta cercando in tutti i modi di venire via”.

Ve l’ho detto: su Craigslist bisogna stare attenti, la truffa è in agguato in ogni post.

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Luna
Luna
12 anni fa

Fantastico! Ci fai vivere in diretta la Vita vera di una città che da qui .. magari idealizziamo un po troppo .. e comunque … Bellissima questa idea.. di coinvolgerci in questa avventura! Attendo con ansia tue news!