15 Luglio 2011

Omicidio di Pratilia, arrestati
tre rumeni. Incastrati dalle intercettazioni telefoniche


Un violento pestaggio dopo un litigio per futili motivi è costato la vita ad Abdelkebir Tayaa, il 45enne marocchino senza fissa dimora ucciso il 3 giugno scorso nei pressi di Pratilia. A distanza di un mese e mezzo, i carabinieri di Prato hanno arrestato i due presunti materiali esecutori dell’omicidio e un terzo uomo che avrebbe fatto loro da autista nella fuga. Si tratta di tre rumeni tutti residenti in città: N.A.I., 27 anni e M.I. 26 anni, incensurati, sono indagati per omicidio volontario. S.A., 25 anni, con un precedente per rissa, è accusato di favoreggiamento.
Decisive ai fini delle indagini sono state le telecamere di videosorveglianza e le intercettazioni telefoniche. Una volta saputa dall’autopsia l’ora della morte di Abdelkebir, avvenuta intorno alle 1,30, i carabinieri hanno acquisito le immagini di una telecamera posizionata su via Fiorentina e hanno concentrato l’attenzione su una trentina di auto transitate in quella fascia oraria. Il cerchio si è poi stretto su un automobilista rumeno, che a bordo ospitava altre due persone e che poteva aver conosciuto la vittima. Il suo telefono è stato messo sotto controllo e dopo alcuni giorni di intercettazioni il 25enne ha ricevuto la telefonata di uno dei due connazionali arrestati, il quale facendo esplicito riferimento all’omicidio del marocchino, spiegava di aver preferito spengere il cellulare per qualche giorno. I carabinieri hanno poi verificato la presenza dei cellulari dei tre nell’orario e nella zona del delitto e hanno ricostruito l’accaduto: dopo un diverbio per futili motivi in via Franklin, i due rumeni rincorrono la vittima e lo picchiano selvaggiamente fino a farlo stramazzare a terra. Poi si danno alla fuga grazie all’aiuto del connazionale. I tre sono stati arrestati questa mattina e portati nel carcere della Dogaia. Dalle loro abitazioni sono stati sequestrati diversi capi di abbigliamento, che saranno analizzati alla ricerca di tracce biologiche riconducibili alla vittima.

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