Abolizione Province: la Commissione Bicamerale chiede lo stralcio del provvedimento
Si riaccendono le speranze di salvare la Provincia di Prato. La Commissione Bicamerale per le questioni regionali ha espresso “parere favorevole sul decreto 138 del 2011 che contiene misure per garantire la stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo”, ma, con il sì del centrodestra, ha chiesto lo stralcio degli art. 15 e 16 sulla soppressione delle Province sotto i 300 mila abitanti e i 3 mila kmq di superficie, e il taglio dei piccoli Comuni. A darne notizia è Remigio Ceroni (Pdl), relatore del provvedimento in commissione, e coordinatore del Pdl delle Marche. “Il centrosinistra ha espresso parere contrario sul decreto, pur condividendo – spiega Ceroni – le motivazioni della richiesta di stralcio”.
“E’ un passaggio importante, ma non definitivo”. Così l’on. Antonello Giacomelli (Pd) commenta la presa di posizione della Commissione Bicamerale. “Sti sta facendo strada l’idea che se da un lato è giusto diminuire i costi della politica, dall’altro occorre farlo attraverso un’analisi approfondita, con il coinvolgimento delle Regioni e dei territori” afferma Giacomelli, che insieme all’on. Riccardo Mazzoni (Pdl) sta portando avanti una serie di contatti con maggioranza e opposizione. Intanto c’è attesa per l’esito del dibattito in seno alla Commissione Affari Istituzionali del Senato, che avrà termine domani.
Buona comunque la decisione politica riguardo allo stralcio dell’art. 15 del decreto legge n,. 138/2011, presa dalla Commissione parlamentare bicamerale, e grazie a Dio, su stimolo ed iniziativa dell’on. Ceroni, che è anche sindaco di Rapagnano, un comune della provincia di Fermo. E’ bene stralciare l’art. 15 e riportarlo, com’è più consono, per evidenti profili d’incostituzionalità, nella sede propria della revisione o riforma complessiva dell’assetto istituzionale dello Stato, la cui legge o statuto delle autonomie locali, già approvato dalla Camera dei Deputati, è ora in discussione proprio al Senato della Repubbblica. In ogni caso la soppressione delle cosiddette provincette o provincine non fa risparmiare praticamente nulla, a dispetto della mortificazione dell’ identità dei territori che si vorrebbero sopprimere. Di tutto si può discutere, dell’abolizione delle province molto più costose nelle aree metroplitane; della cancellazione di tutte le province, che forse costiuirebbe un risparmio più consistente; della soppressione della miriade di enti intermedi non elettivi, assai più onerosi finaziariamente, come consorzi, comunità varie, persino dell’abolizione dei consigli provinciali così come sono attualmente, a fronte di una diversa rappresentanza meno costosa degli enti, ma non cancellare alcune piccole province, come quella di Fermo o di Prato, che entrambe hanno superato di recente il vaglio di legge all’atto della loro istituzione, soprattutto senz’alcun criterio logico ed economico, creando così squilibri territoriali maggiori di quelli già esistenti.
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Buona comunque la decisione politica riguardo allo stralcio dell’art. 15 del decreto legge n,. 138/2011, presa dalla Commissione parlamentare bicamerale, e grazie a Dio, su stimolo ed iniziativa dell’on. Ceroni, che è anche sindaco di Rapagnano, un comune della provincia di Fermo. E’ bene stralciare l’art. 15 e riportarlo, com’è più consono, per evidenti profili d’incostituzionalità, nella sede propria della revisione o riforma complessiva dell’assetto istituzionale dello Stato, la cui legge o statuto delle autonomie locali, già approvato dalla Camera dei Deputati, è ora in discussione proprio al Senato della Repubbblica. In ogni caso la soppressione delle cosiddette provincette o provincine non fa risparmiare praticamente nulla, a dispetto della mortificazione dell’ identità dei territori che si vorrebbero sopprimere. Di tutto si può discutere, dell’abolizione delle province molto più costose nelle aree metroplitane; della cancellazione di tutte le province, che forse costiuirebbe un risparmio più consistente; della soppressione della miriade di enti intermedi non elettivi, assai più onerosi finaziariamente, come consorzi, comunità varie, persino dell’abolizione dei consigli provinciali così come sono attualmente, a fronte di una diversa rappresentanza meno costosa degli enti, ma non cancellare alcune piccole province, come quella di Fermo o di Prato, che entrambe hanno superato di recente il vaglio di legge all’atto della loro istituzione, soprattutto senz’alcun criterio logico ed economico, creando così squilibri territoriali maggiori di quelli già esistenti.