15 Settembre 2011

Rinforzi per le forze dell’ordine, ma sui money transfer è polemica


Rinforzi e reintegri, per lo meno in via temporanea, per le forze dell’ordine pratesi con 25 operatori in più dell’Agenzia delle entrate, 8 poliziotti per la Questura, 5 militari per l’Arma dei Carabinieri e 3 agenti per la Direzione del Lavoro. E’ quanto rende noto il Ministero dell’Interno – dopo la terza riunione del Tavolo nazionale per Prato – tenutasi oggi a Roma e presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano. All’incontro hanno partecipato prefetto, sindaco e presidente della Provincia di Prato, l’Assessore al Welfare della Regione Toscana, oltre a dirigenti di vari ministeri e delle forze dell’ordine. In merito alla proposta di un deposito cauzionale per le imprese straniere che intendono esercitare attività sul territorio nazionale il sottosegretario ha chiarito che l’attuale normativa non lo permette. Contrastanti i giudizi del sindaco e del presidente della Provincia sulla spedizione romana. “Il Tavolo per Prato è una conquista per la nostra città che finalmente riesce a presentare al Governo centrale un quadro complessivo delle sue necessità. L’Amministrazione Comunale – afferma Cenni – ha fatto presente il dato della straordinaria evasione fiscale che permane sul nostro territorio, sia per quanto concerne i tributi comunali (TIA), per il recupero dei quali ci siamo già attivati, sia per quanto riguarda le tasse dirette e indirette, per il cui recupero invece è indispensabile perpetrare nella lotta, continuando ad innalzare il livello delle indagini”.
“E’ evidente che per contrastare l’illegalità serve un’azione politica più coraggiosa e incisiva, i controlli sono importanti ma non bastano – afferma il presidente della Provincia Lamberto Gestri -, che contesta le modifiche alle norme sul trasferimento di denaro attraverso i money transfer, con l’abolizione delle soglie per singola operazione contenute in un disegno di legge. “ è gravissimo – afferma Gestri – che il governo abbia reso più difficile contrastare il fenomeno delle rimesse verso i paesi stranieri”. E proprio per porre un argine al fiume di denaro – 5 miliardi di euro negli ultimi anni verso la Cina, spesso frutto di riciclaggio e di evasione fiscale – la Guardia di Finanza di Prato ha presentato al sottosegretario possibili modifiche alle normative, che prevedono maggiori controlli e restritzioni.

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