23 Novembre 2011

Allarme credito, gli Industriali denunciano: “Tassi sempre più alti”


Molte conferme rispetto al recente passato, qualche facile previsione che si avvera ma anche alcune sorprese: questo è quanto emerge dall’ultima edizione del periodico sondaggio che l’Unione Industriale Pratese effettua sul tema del credito.
Il dato saliente è quello, facilmente prevedibile dato il contesto finanziario internazionale, dell’innalzamento dei tassi di interesse: un aspetto, questo, su cui l’Unione aveva richiamato l’attenzione già all’inizio di ottobre. “La quasi totalità delle imprese del campione, circa l’80%, registra un innalzamento dei tassi in misura anche notevole” spiega il vicepresidente dell’Unione Vincenzo Cangioli “Si parla anche di ulteriori 2-3 punti percentuali, arrivando sempre più spesso a quel 7% di cui si aveva percezione già a inizio ottobre. Naturalmente comunque le situazioni sono molto diversificate anche in conseguenza delle caratteristiche dell’azienda e della gestione che questa fa della sua relazione con la banca: aziende adeguatamente capitalizzate e in grado di fornire indicazioni trasparenti su stato dei propri conti e strategie future sono meno penalizzate. Tuttavia il problema sussiste un po’ per tutti e ci è chiaro che le stesse banche subiscono pesanti condizionamenti a causa di problemi di liquidità”.
Un altro punto dolente emerso dal sondaggio è la richiesta di nuove garanzie, che investe un terzo delle nuove linee di credito (erano il 10% nel sondaggio di giugno scorso, il 24% a settembre 2010), mentre un dato positivo e forse abbastanza inatteso è la tenuta delle richieste di finanziamenti per investimenti a medio/lungo termine: nel campione ben il 32% delle richieste di fido degli ultimi due mesi rientrano in questa tipologia. “Difficile immaginare se le risposte sarebbero le stesse ripetendo oggi, con una situazione produttiva particolarmente preoccupante, il sondaggio partito alcune settimane fa- aggiunge Cangioli -. Valgono le stesse considerazioni fatte alcuni giorni fa per la congiuntura: la situazione è in evoluzione rapidissima, monitorarla con sufficiente rigore scientifico è davvero difficile. Una cosa comunque è certa: le dinamiche della finanza internazionale hanno effetti pesanti sulle condizioni dell’accesso al credito da parte delle imprese, soprattutto delle Pmi: per avere credito disponibile a condizioni vantaggiose e favorire così la crescita, occorre che turbolenze come quelle a cui stiamo assistendo non ci siano, che la finanza pubblica sia virtuosa e quella privata ben regolata e non più fine a se stessa. La finanza dovrebbe servire a garantire sviluppo economico, non a condizionarlo negativamente con giochi utili solo alla speculazione.”

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