2 Novembre 2011

L’Accademia della Cucina festeggia 25 anni


La Delegazione di Prato dell’Accademia Italiana della Cucina celebra il venticinquesimo anniversario della sua fondazione. Per questa occasione sabato 5 novembre, alle ore 18,15, nel Salone consiliare della Provincia, sarà presentato alla città il volume Dalla Dispensa alla tavola. Il patrimonio agroalimentare pratese fra tradizione e innovazione, a cura di Giampiero Nigro, stampato con il contributo della Camera di Commercio di Prato, con l’obiettivo di valorizzare i beni alimentari di eccellenza prodotti nella nostra provincia. Si tratta di uno studio che investe le attività di tutela del patrimonio agroalimentare dell’area e il loro positivo effetto sul recupero delle tradizioni alimentari. Negli ultimi anni si è assistito, oltre che alla ripresa o alla rielaborazione di antiche ricette, a un interessante ripristino della biodiversità grazie alla salvaguardia o reintroduzione di prodotti vegetali o animali che si stavano perdendo. In questo clima, che ha avuto un primo timido inizio negli anni 90, sono nate e si sono rafforzate piccole aziende agricole e di trasformazione che hanno adottato rigidi disciplinari per garantire l’alta qualità. Dalla dispensa alla tavola mostra come alcune materie prime e prodotti locali di eccellenza vadano a formare portate e menu che raccontano la storia di Prato a tavola. Per l’occasione è stato organizzato un piccolo seminario, che si terrà alla presenza dei sindaci, delle autorità locali e di quelle dell’Accademia Italiana della Cucina, ma che è aperto a tutti i pratesi interessati alla nostra identità gastronomica. Alla fine del seminario gli accademici e i loro ospiti concluderanno le celebrazioni con una cena dedicata alla cucina e ai prodotti tipici pratesi.

LA NOTIZIA CURIOSA
Tra le tante curiosità presenti nel volume, l’autore ha individuato un particolare pane che si faceva a Prato alla metà del Settecento: erano le “scuole di Prato”, panini allo zafferano, a forma di piccole spole, che, come in una ciambella, erano attaccati in modo da formare un “ruota dentata a guisa di stella e vuota nel mezzo da potersi infilare”. Così ne parla Saverio Manetti, in un trattato del 1765: “Alcuni le fanno anco senz’Anaci, ma in quella vece sogliono per lo più impastarle con dello Zafferano, come in specie si costuma nella Città di Prato dieci miglia distante da Firenze, onde vengono di pasta molto gialla. In tal luogo le costumano tutto l’anno e si distinguono, oltre alla vista, col proprio lor nome di Scuole di Prato. Sono più piccole delle comuni, o nostrali, e sono molte insieme attaccate in giro dalla metà loro fino alla punta interna, o inferiore, onde vengono a formare una ruota dentata a guisa di stella, e vuota nel mezzo da potersi infilare.” (Saverio Manetti, Memoria sopra il frumento.etc, Firenze 1765). L’Accademia della cucina, in occasione del suo venticinquennale, ha proposto al forno Barni di rifare quei panini: nella giornata di sabato 5 novembre tutti i pratesi che vorranno gustare questa ricetta “ritrovata” potranno acquistarli presso il forno di via Ferrucci.

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