7 Dicembre 2011

Edilizia sociale, via libera alla costruzione di altre 90 case popolari: entro il 2014 previsti 331 alloggi in più


Novanta nuovi alloggi in edilizia sociale per rispondere alla sempre più nutrita richiesta di una casa popolare da parte dei pratesi. Sarà firmato nei prossimi giorni il protocollo d’intesa fra Comune, Epp e Regione per il finanziamento di 16 milioni di euro da destinare alla realizzazione di 90 case popolari in città. Quattro le aree individuate dalla giunta comunale come idonee per la costruzioni delle abitazioni: Galcetello, Querce, Pizzidimonte e viale Galilei nell’ex residence dove ai 24 appartamenti già in costruzione si aggiungeranno altri 18 alloggi.
«Prato è la città con il maggior numero di sfratti in relazione alla popolazione e quella che dispone del minor numero di alloggi e di strumenti per rispondere ai nuovi bisogni delle famiglie – afferma il sindaco Cenni – Ci siamo mossi da subito per risolvere questo paradosso, anche prevedendo la destinazione di nuove aree per l’edilizia sociale, come ad esempio nell’ambito della variante Declassata i terreni classificati a “servizi”, che potranno ospitare anche questi insediamenti. Un’altra proposta, su cui ci confronteremo con la Regione, è rilevare i cantieri edili da tempo fermi per la crisi del settore o per la stasi del mercato immobiliare. Questo ci permetterebbe di accelerare i tempi di realizzazione e assegnazione degli alloggi».
Tra il 2012 e il 2014 la dotazione di case popolari nella provincia di Prato dovrebbe aumentare in totale di 331 unità, visto che a breve saranno consegnati gli alloggi di Tavola, San Giusto e Galciana, ai quali vanno aggiunti nel secondo semestre 2012 quelli di via del Purgatorio e via Barzano a Montemurlo. In soli due anni quindi il numero di case popolari a Prato e provincia salirà del 15%, attualmente gli alloggi sono 1413. Numeri importanti che provano a ridurre il gap fra Prato e le altre province della Toscana che possono contare su numeri decisamente maggiori. Nelle idee dell’amministrazione c’è inoltre quella di dotare gli alloggi di impianti per il massimo risparmio energetico, abbattendo il costo delle bollette, e di provare a recuperare cantieri fermi per le difficoltà economiche, portandoli a termine a proprie spese e cambiandone la destinazione in case per l’edilizia sociale. Allo studio anche l’impiego di manodopera locale da attingere dalle liste di mobilità e disoccupazione.

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