15 Dicembre 2011

Faceva prostituire le due figlie, una delle quali di appena 15 anni: in manette tre persone per prostituzione minorile


A 15 anni era stata portata in Italia dalla madre con uno scopo solo: farla prostituire. E’ una vicenda ai limiti del credibile quella scoperta, e per fortuna subito interrotta, dalla Squadra mobile di Prato che ha agito in stretta collaborazione con la Direzione distrettuale antimafia di Firenze. Una vicenda dove disagio, povertà ma anche degrado morale si mischiano in una miscela che poteva avere conseguenze terribili per la ragazzina, che ora si trova in un centro di accoglienza sotto la stretta sorveglianza dei servizi sociali.
Al centro di tutto c’è una donna albanese di 47 anni, prostituta lei stessa e che faceva prostituire sia la figlia più grande sia la piccola. Adesso la donna è in carcere da quasi due mesi: il 19 ottobre scorso è stata infatti arrestata dagli agenti della Mobile che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con la gravissima accusa di sfruttamento della prostituzione minorile. Con lei in carcere è finita la figlia più grande, una 29enne, che aveva un ruolo attivo nel procacciare i clienti alla sorellina, in realtà figlia della stessa madre ma di padri diversi. E in manette è finito anche un albanese di 33 anni, che non ha vincoli di parentela con le due donne ma che viveva nello stesso monolocale nella zona di Tobbiana e collaborava all’attività di prostituzione. Dalle indagini è risultato che sarebbe stato lui ad occuparsi del secondo minore coinvolto in questa brutta storia, un ragazzino di 12 anni, figlio della 29enne e nipote della madre scellerata, che tutte le notti veniva svegliato e portato in cantina ogni volta che una delle donne tornava a casa con un cliente. Anche lui adesso si trova nello stesso centro per minori dove vive la zia quasi coetanea.
La vicenda è stata resa nota solo oggi dal dirigente della Squadra mobile Francesco Nannucci, anche perché sono tuttora in corso gli accertamenti sugli eventuali clienti della 15enne, che potrebbero essere indagati per violenza sessuale una volta accertata la consumazione di un rapporto con la ragazzina. Dalle intercettazione sono stati ricavati una serie di nominativi sui quali ora sono in corso le indagini.
Tutto è partito la sera del 27 settembre quando una pattuglia in borghese della Squadra mobile ha notato in via dei Palli un’auto. Fuori c’era l’albanese di 29 anni, già conosciuta come prostituta, mentre dentro i poliziotti hanno visto una ragazza molto giovane, la 15enne appunto. A quel punto è stata fatta intervenire una Volante che ha identificato le due, riportandole a casa, scoprendo che la ragazzina era arrivata in Italia da una ventina di giorni appena. Finito il controllo e andata via la Volante, la 29enne è tornata con la sorella al posto di prima, senza sapere che l’auto in borghese della Mobile continuava a seguirle. Così, appena hanno contrattato la prestazione con un cliente, i poliziotti sono nuovamente intervenuti, stavolta portando in questura le due donne e il cliente. A questo punto è partita una capillare attività di indagine: i telefoni delle tre donne sono stati messi sotto controllo, pattuglie in borghese non hanno perso di vista la 15enne, per evitare che tornasse a prostituirsi. E dalle prime telefonate intercettate, purtroppo, sono arrivate subito le conferme con clienti che chiamavano proprio per incontrare la ragazzina. Il 30 settembre, così, la ragazzina è stata prelevata e portata nella struttura protetta, lontana da Prato. L’attività d’indagine è poi proseguita fino a trovare gli elementi necessari ad arrestare le due donne e l’uomo.

Claudio Vannacci

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