20 Gennaio 2012

E’ morto Valdemaro Beccaglia, imprenditore e presidente
del Centro Pecci


La Prato della cultura e dell’impresa piange Valdemaro Beccaglia, presidente del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, scomparso stamani (venerdì 20 gennaio) dopo aver lottato con tutte le sue forze contro  una grave malattia. Beccaglia aveva 69 anni, lascia la moglie Ingrid e quattro figli. Dal 2005 era alla guida del Cento Pecci, impegno che ha portato avanti di pari passo con la sua attività alla guida del Gruppo Tintoriale, azienda tessile specializzata nel finissaggio e nella tintoria. Il feretro di Beccaglia sarà esposto nelle cappelle della  Misericordia di Prato in via Convenevole. I funerali saranno domani, sabato 21 gennaio alle 15.30 nella Cattedrale di Prato e saranno celebrati dal Vescovo  di Prato monsignor Gastone Simoni. 
Beccaglia ha coltivato da sempre la passione per l’arte contemporanea. Il suo interesse ed impegno come collezionista emergono definitivamente con la frequentazione degli artisti russi nell’epoca Perestroika e si riflettono anche alla sua attività imprenditoriale: gli spazi industriali e commerciali di sua proprietà diventano luoghi d’arte, che accolgono opere di artisti di diversa formazione e genere, rappresentanti delle molteplici possibilità offerte dal linguaggio artistico contemporaneo.
Alla nascita del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel giugno del 1988, è eletto membro del Consiglio direttivo, dove rimane in carica fino al 1994. Nel 2003 e 2004 partecipa con le sue aziende alle edizioni annuali di Spread in Prato, rassegna che diffonde nei luoghi di lavoro opere e installazioni di artisti contemporanei, fruibili da chi vive la quotidianità (lavoratori, clienti, visitatori).
Nel giugno 2005 Beccaglia si fa promotore della mostra Territoria. Arte dall’Olanda a Prato e in Val di Bisenzio cofinanziata dalla Mondriaan Foundation, a cui partecipano diciannove artisti olandesi di fama internazionale invitati a intervenire esponendo e realizzando opere all’interno di spazi industriali attivi o in disuso lungo la vallata a nord di Prato, culla dell’industria tessile locale.
In questa occasione Beccaglia riesce a raccogliere intorno al progetto espositivo la Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Prato, i comuni della Val di Bisenzio (Cantagallo, Vaiano e Vernio) oltre alla Comunità Montana, all’Agenzia per il Turismo e alla Asvaip (Associazione per lo studio e la valorizzazione dell’archeologia industriale pratese, di cui è socio fondatore). Per la prima volta nasce una sinergia sul territorio in cui tutti i protagonisti sono legati fra loro da un unico e importante obiettivo: creare sviluppo e promozione attraverso un evento culturale. 
Nominato presidente del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci nel luglio 2005, Beccaglia attua una politica di rilancio incentrata sul risanamento economico e su eventi espositivi realizzati a Prato attraverso sinergie di livello nazionale e internazionale. Sotto la presidenza di Beccaglia il Centro Pecci instaura nuovi rapporti con il Comune di Prato e con la Regione Toscana, ottenendo da quest’ultima il riconoscimento del ruolo di Museo regionale per l’arte contemporanea. Seguono accordi con l’Accademia di Belle Arti di Firenze per il trasferimento temporaneo di tre corsi universitari all’interno degli spazi del museo pratese e con il ministero degli Esteri per la realizzazione della mostra itinerante Italian Genius Now. Le proposte culturali del Centro Pecci si proiettano nel 2010-11 nel panorama nazionale con il progetto inedito del Museo Pecci Milano, la sede espositiva distaccata voluta da Beccaglia che ottiene il sostegno dell’agenzia regionale Toscana Promozione.
Con l’avveniristico progetto di ampliamento della sede del Centro Pecci, commissionato dalla famiglia Pecci nel 2006 allo studio Nio Architecten di Rotterdam e finanziato dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana, diventa fautore di un decisivo rinnovamento del museo e della città. La nuova struttura museale, che permetterà l’esposizione della collezione permenente oltreché l’utilizzo di nuovi spazi espositivi e servizi culturali per il pubblico, sarà un’icona che guarda al futuro per un nuovo sviluppo di Prato e del suo territorio.

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