3 Gennaio 2012

Liberalizzazione commercio, Confesercenti e Lega Nord contrarie. Anche Unicoop è dubbiosa


Sempre aperti. 365 giorni l’anno, anche la notte. Il governo Monti ha deciso, adesso ogni Comune deve dire la sua. Intanto in Toscana, proprio mentre colossi come Esselunga e i Gigli stanno già pregustando la novità, e al contrario il presidente della Regione Enrico Rossi ha annunciato il ricorso, anche Unicoop Firenze vuole dire la sua.
Campaini invita alla sobrietà e rivendica alla Regione il ruolo di regolamentare le aperture e il commercio: “L’Italia – dice – è talmente diversa che solo le singole regioni possono regolarsi al meglio”. Ma tenere insieme l’anima sociale e quella imprenditoriale di Unicoop non è semplice, e alla fine Campaini annuncia battaglia: “Se gli altri aprono, apriremo anche noi: è l’unico modo per poter poi tornare indietro”.
Parla di scelta sciagurata, invece, la Confesercenti che fa appello al buon senso dei sindaci: “Gli orari del commercio – si legge in una nota del presidente della Confesercenti di Prato, Alessandro Giacomelli, –  sono parte rilevante degli orari delle nostre città, del nostro vivere insieme e così pensare che la comunità locale non possa incidere su di essi per definirli in modo più rispondente alle proprie  esigenze, ai propri tempi di vita, appare sempre di più  un grande errore e proprio i Comuni, i sindaci dovrebbero essere i primi a ribellarsi a questo esproprio di competenze”. In questo contesto Confersercenti approva  la scelta della Giunta Regionale Toscana sugli orari dei negozi. “E’ un atto significativo – si legge nella nota – perché difende le prerogative della Regione nel determinare orari, tempi e pianificazione del commercio e quindi della vita e del futuro dei centri urbani della Toscana, demandando ai Comuni la concertazione con le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e dei consumatori. Si conferma la necessità di elementi di equilibrio per il mantenimento della pluralità nel commercio, oggi messa a repentaglio dall’onnivora presenza di strutture di grande distribuzione che stanno asfissiando le piccole e medie imprese dei centri storici e dei centri urbani”.
Infine anche la Lega Nord Toscana si dice contraria alla liberalizzazione selvaggia del commercio. “Si favorirebbero solo le grandi distribuzioni – afferma l’onorevole Claudio Morganti, europarlamentare del Carroccio – e questo significherebbe dare il colpo di grazia alle piccole imprese familiari e ai piccoli negozi di quartiere. Spetta alla Regione di riferimento decidere le aperture delle attività commerciali e con questa manovra si sta uccidendo i piccoli esercizi che sono di fondamentale importanza per le persone anziane, ma anche per l’economia dei piccoli paesi”.

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