29 Gennaio 2012

Naufragio Concordia, gli esperti di Prato Ricerche al Giglio per controllare la stabilità del relitto


C’è anche la Prato Ricerche fra le numerose istituzioni scientifiche che stanno conducendo un monitoraggio continuo sul relitto della Costa Concordia. Le complesse operazioni di soccorso e di recupero del carburante dalla nave, incagliata sugli scogli dell’isola del Giglio dal 13 gennaio scorso, sono infatti costantemente assistite da un  gruppo di ricercatori che, mediante una sofisticata rete strumentale, misura gli spostamenti del relitto. Alla fondazione Prato Ricerche è stato affidato il compito di controllare le vibrazioni sismiche che sono attese in caso di un veloce spostamento dello scafo.
“L’incarico affidato alla Prato Ricerche è un riconoscimento a una delle eccellenze scientifiche del nostro territorio, eccellenza che la Provincia ha scelto di sostenere con grande convinzione – commenta il presidente della Provincia Lamberto Gestri – La fondazione è infatti una realtà caratterizzata dalla presenza di ricercatori e da competenze di grande valore”.
“Un incarico che testimonia la stima nei confronti della nostra istituzione – aggiunge la presidente della Prato Ricerche Isabella Berardono – Grazie ad una decennale esperienza nel monitoraggio sismometrico, il nostro personale ha installato una rete di sensori sulle scogliere prossime al relitto. I segnali di questi strumenti vengono trasmessi ad un centro di controllo sull’Isola del Giglio, dove sono continuamente analizzati per valutare, assieme alle informazioni provenienti dagli altri sistemi di misura, le condizioni di stabilità dello scafo”. Un moderno sistema di trasmissione consente anche il controllo remoto di questi segnali presso la sede della fondazione a Prato dato che “la pericolosità delle operazioni di soccorso e recupero del carburante impone di non abbassare la guardia sul fronte dei controlli”, spiega il direttore della fondazione Gilberto Saccorotti, ricercatore dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
I sismometri della Prato Ricerche hanno anche registrato con chiarezza  i forti terremoti che, nelle giornate del 25 e 27 gennaio, hanno colpito la Provincia di Parma. Considerata la grande distanza dall’epicentro, tuttavia, queste vibrazioni sismiche non hanno compromesso la stabilità del relitto. “Gli spostamenti dello scafo sinora  misurati ammontano ad alcune decine di centimetri”, come spiega il Prof. Nicola Casagli dell’Università degli Studi di Firenze, incaricato dalla Protezione Civile Nazionale di coordinare le operazioni di monitoraggio. I movimenti sono comunque molto lenti, nell’ordine di pochi (2-3) centimetri al giorno.
Prato Ricerche è una fondazione costituita dalla Provincia di Prato, l’Università degli Studi di Firenze e la fondazione Pro Verbo. La fondazione, cui è anche affidata la gestione del Museo di Scienze Planetarie, persegue fini di monitoraggio e controllo del territorio per la mitigazione dei rischi naturali. In particolare, Prato Ricerche gestisce un moderno sistema di monitoraggio sismologico per la Toscana Nord-Orientale, con particolare attenzione verso l’area del Mugello, una delle zone a maggior pericolosità sismica della nostra regione.

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