17 Febbraio 2012

Bilancio ok per le fiere tessili ma l’ombra della recessione spaventa gli industriali: “Il problema è il portafoglio vuoto dei consumatori”


“Il problema più grande in questo momento non sono i nostri concorrenti, ma il denaro che non c’è: in altre parole il portafogli semivuoto dei consumatori, i conti traballanti dei clienti e la scarsa liquidità delle banche, con le conseguenti restrizioni sul credito”: così Vincenzo Cangioli, vicepresidente dell’Unione Industriale Pratese sintetizza uno degli esiti più interessanti – anche se in parte prevedibile – della congiuntura “rapida” realizzata dall’associazione. La rilevazione riguarda il consuntivo del secondo semestre 2011 e le previsioni per l’andamento del primo semestre 2012, coinvolgendo un gruppo di 150 imprese finali del tessile (quindi non terziste) e dell’abbigliamento.
“Questo non significa ovviamente che si debba trascurare il problema della competizione con imprese di altri paesi – continua Cangioli –. La questione va tenuta ben presente da parte sia delle aziende che delle istituzioni, che dovrebbero operare per riequilibrare situazioni in cui ci troviamo a soffrire una concorrenza sleale. Tuttavia le difficoltà che abbiamo oggi si chiamano principalmente crisi globale. La notizia di ieri che indica l’Italia come un paese tecnicamente in recessione non sorprende ma incrementa le preoccupazioni; anche molti dei nostri mercati esteri non se la passano meglio di noi e questo per un distretto vocato all’export come il nostro è molto grave.”
Il quadro macroeconomico contribuisce a spiegare perché, sebbene i dati sul 2011 non siano nel loro complesso negativi, vi sia nel campione molta prudenza ed un certo pessimismo sul 2012. Questo trend è alimentato del resto anche dall’andamento interno all’anno 2011, che ha visto nella percezione degli imprenditori – confermata anche da indicatori indiretti della produzione – una brusca caduta nella seconda metà dell’anno, in particolare nell’ultimo trimestre (vedi i grafici seguenti).
Il 30,8% degli imprenditori del campione ha espresso previsioni negative (28,2% “non buone” e 2,6% “pessime”) relativamente alle prospettive per il primo semestre 2012, mentre permane il 19,2% di ottimisti (17,9% “buone” e 1,3% “ottime”). Molto alto il dato degli operatori con previsioni neutre, “né positive né negative”, segno dell’incertezza del momento. Si sono registrate differenze di aspettative tra gli operatori dei vari comparti e anche ampia varianza all’interno delle risposte di alcuni settori. I meno negativi sono i produttori di filato.
“Quel che è certo è che il prodotto pratese piace: su questo fronte non possono esserci imputati errori – aggiunge il presidente dell’Unione Riccardo Marini – Le fiere hanno dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che quanto stiamo facendo è, dal punto di vista industriale, coerente con le aspettative dei clienti. Stanno a testimoniarlo l’interesse suscitato dalle nostre collezioni ed i contatti che sono stati attivati, molti dei quali nuovi e riguardanti paesi extraeuropei. Poco movimento sul versante Stati Uniti e stagnante la situazione in Europa, dove fattori materiali e immateriali come la crisi della fiducia dei consumatori, compresi quelli interessati al top di gamma e quindi verosimilmente meno esposti agli effetti recessivi, limitano fortemente le nostre opportunità commerciali. Come imprese, includendo nel termine l’intera filiera, stiamo facendo molto per renderci competitive, anche e soprattutto sul piano del servizio. Ma risultati veramente positivi si avranno solo quando a livello macroeconomico si spezzerà il circolo vizioso generato dalla crisi dei debiti sovrani che ha colpito l’eurozona e che, attraverso manovre fiscali pesanti, restrizioni del credito, ridotta fiducia dei consumatori, incide pesantemente sui livelli della domanda nella maggior parte dei principali mercati di destinazione finale dei prodotti pratesi.”

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