27 Febbraio 2012

L’INTERVENTO/La scossa di Vendola e l’imbarazzato silenzio del Pd: una voglia di aria nuova che sa di rinascita dal basso


Lanfranco Nosi

L’ora e mezza di Vendola a Prato ha lasciato indubbiamente un segno, nello scenario politico pratese, più forte di quanto si potesse immaginare.
Ad iniziare dalla ridda di commenti da parte di assessori, consiglieri comunali ed esponenti della maggioranza alle parole di Vendola, sorprendente per la veemenza e l’aggressività, sintomi evidente di un malessere profondo – o meglio ancora di stizza. Stizza dovuta all’evidenza che, alla prima occasione di governo della città, il centrodestra si ritrova dopo appena tre anni con un sindaco indagato per bancarotta fraudolenta e un’amministrazione che nel complesso si è distinta solo per la “caccia al cinese” e la vicenda Consiag. E per il resto praticamente non pervenuta.
Dall’altro lato, è evidente l’imbarazzato silenzio del Pd pratese, tranne le dichiarazioni di pura circostanza della  segretaria Bugetti, alle critiche nemmeno tanto velate sulle cause della sconfitta del centrosinistra a Prato. Pd che brillava anche per assenze: si presenta un leader nazionale, e in sala nemmeno un “big” del partito (se c’erano, si son ben guardati dal farsi notare…)
Ma è ben altro quello che conta, e sono in due passaggi i messaggi “forti” di Vendola. Il primo, quando ha affermato che a Prato la sinistra ha perso “perché si è persa”: e come potergli dar torto quando nell’attuale giunta di centrodestra primeggia l’assessore alla sicurezza Milone che occupava lo stesso posto nella giunta Romagnoli dal 2007? Il secondo, quando ha detto chiaramente che il centrosinistra non può pensare, “chiusa la parentesi” di Cenni, di ritornare ai vecchi sistemi, alla vecchia politica, alle vecchie modalità di gestione del potere.
Due passaggi particolarmente applauditi dalla platea, composita e “plurale”, con tanti semplici cittadini e con tanti semplici iscritti del Pd e di altri movimenti, che avevano semplicemente voglia di sentir dire qualcosa di diverso. Anche chi, magari, si trova pure ad avere posizioni “altre” da quelle di Vendola su alcuni temi, ma che vuole respirare aria nuova a Prato. Il leader di Sel ha dato sicuramente una scossa, e non lo ha fatto per “mettere bandierine”: c’è da sperare che quella “scossa” e quella platea non si disperdano, avviando in città quella “rinascita dal basso” che tanti auspicavano anche qualche anno fa, ma che non ha mai trovato, forse, le coordinate giuste per muoversi. Ora le abbiamo.

Lanfranco Nosi

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