Patto Provincia-Fondazione Cariprato, ripartono gli scavi a Gonfienti. Nasce il Museo di Arte sacra in san Domenico


Un patto che consente di sbloccare gli scavi archeologici di Gonfienti e finanziare la conservazione di altri beni culturali pratesi. L’accordo, sottoscritto stamani tra la Provincia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, impegna ciascun ente a finanziare 200 mila euro per il 2012 per la tutela delle risorse storico-artistiche e lo sviluppo turistico-culturale del territorio.
L’intesa ha consentito di superare l’impasse dei 200 mila euro da tempo stanziati a bilancio dalla Provincia per Gonfienti, ma non utilizzabili per l’impossibilità sancita dalla legge a finanziare con risorse pubbliche un sito archeologico che insiste su un terreno privato, di proprietà della Società Interporto. Adesso, in pratica è la Fondazione che si fà carico di stanziare quei 200 mila euro negli scavi di Gonfienti, mentre i 200 mila euro accantonati dalla Provincia vengono girati ad altri interventi: la creazione del Museo di Arte sacra nel complesso di San Domenico (100 mila euro), il restauro funzionale del piano terra della Badia di Vaiano (35 mila euro), il restauro e la ristrutturazione del convento di Galceti (35 mila euro) e il recupero della badia di San Pietro a Figline (30 mila euro).

Per quanto riguarda Gonfienti, l’accordo apre la strada al completamento delle indagini archeologiche nell’area del lotto 14 che interessa una straordinaria emergenza, la grande villa (1400 metri quadrati) che ha tutte le caratteristiche per diventare la prima porzione di parco archeologico. Qui sono stati rinvenuti materiali tipici del contesto domestico ma anche le preziose testimonianze di ceramica attica, con figure rosse e a vernice nera, che hanno nella singolare coppa di Douris l’esemplare più prestigioso. Testimonianze certe dell’elevato livello economico e sociale della comunità di Gonfienti e del suo inserimento all’interno di una estesa rete di contatti commerciali e culturali. Del resto Gonfienti, centro urbano esteso su circa venti ettari, costituisce il punto di partenza – nell’Etruria propria – dell’attraversamento transappeninico, in direzione di Marzabotto, Bologna e dei mercati dell’Adriatico e del nord.

L’assessore alla cultura della Provincia Edoardo Nesi ha parlato senza mezzi termini di “momento storico”, riferendosi a Gonfienti. “C’è per la prima volta un impegno per un progetto di recupero della nostra identità più antica che diventa anche occasione di sviluppo economico”, ha affermato. Molto soddisfatti i due presidenti. Per Gestri “la sinergia con la Fondazione rappresenta un modello d’azione positivo da estendere”. Secondo Albini “si tratta di una iniziativa che si inserisce in un percorso che guarda al futuro della città”.
Per il prosegumento degli scavi archeologici e la valorizzazione di Gonfienti, la Regione in passato aveva stanziato 300 mila euro, bloccati anche questi dal medesimo intoppo burocratico. L’assessore Nesi sta lavorando a una possibile soluzione, contando sulla disponibilità della Regione.
Intanto la Provincia, in collaborazione con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, sta lavorando a un seminario di alta specializzazione su Gonfienti, coinvolgendo i maggiori archeologi italiani nella possibile valorizzazione del sito, anche attraverso strumenti informatici per la ricostruzione virtuale della città etrusca.

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