1 Marzo 2012

Pippo Delbono questa settimana si divide tra Metastasio e Fabbricone, con due spettacoli che segnano una svolta nel suo percorso artistico


Pippo Delbono protagonista assoluto di questo fine settimana nel cartellone dello Stabile della Toscana: questa sera, giovedì primo marzo, alle 21 il Metastasio di via Cairoli alzerà il suo sipario su “Amore e carne” una performance-concerto in cui Delbono e Alexander Balanescu dialogheranno assieme, ognuno con il linguaggio che gli è più congeniale. Le parole di Pasolini, Rimbaud, Eliot e Whitman si mescoleranno alle note del violino del romeno Balanescu per una pièce che ha il sapore del ricordo e del mistero, a plasmare un’atmosfera atavica, che svela i fili che uniscono le persone al di là delle differenze, delle nazioni e della lingua. Dal giorno successivo, venerdì 2 marzo, fino alla domenica 4 marzo (feriali ore 21, festivo ore 16), al Teatro Fabbricone in scena un altro capolavoro di Pippo Delbono, vincitore del premio Ubu 2011 come “Migliore spettacolo dell’anno”: “Dopo la battaglia”. Una composizione strumentale che sfocia in un flusso continuo, che mescola la pulsazione ritmica della danza con la musica, le parole e i versi lirici, per trasfigurare il dolore del presente in fede nel futuro, per chi ha il coraggio di vedere cosa accade dopo la battaglia. Un viaggio visionario a tappe e quadri drammaturgici, per mostrarci senza falsi pudori la verità della follia e reclamare quel bisogno disperato d’amore a cui tutti aspiriamo. Marigia Maggipinto, storica danzatrice della compagnia di Pina Baush, accompagnerà questo percorso immaginario e inconsistente, in cui il regista Pippo Delbono spingerà i suoi attori, metafore fisiche di un popolo ingabbiato e cieco che si divide tra viltà ed eroismi, in uno spazio-mente che racchiude tutto un mondo. Artaud, Kafka, la Merini, Rilke parleranno attraverso di loro, il tutto accompagnato dal violino di Balanescu, presente anche in questa pièce dopo la fatica di “Amore e Carne”. Uno spettacolo che rappresenta un punto di svolta per il percorso artistico di Delbono, poiché immette linfa diversa nel suo linguaggio, creando nuove e inaspettate sfumature al suo modo di far teatro.

Elia Frosini

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