3 Marzo 2012

Stasera al Politeama il cantautore genovese Ivano Fossati, per l’ultima data toscana del tour prima del ritiro dalle scene


“Quello che manca al mondo è un poco di silenzio” recita una canzone dell’ultimo disco di Ivano Fossati “Decadancing”: ed è proprio in un “poco di silenzio” che si rifugerà il cantautore genovese alla fine del suo ultimo tour da musicista che lo sta portando in giro per tutta l’Italia ormai da mesi. Stasera, sabato 3 marzo, sarà a Prato, al teatro Politeama Pratese; sarà la sua ultima data toscana. “Chi verrà a sentirmi non deve aspettarsi nessun’atmosfera d’addio – afferma il cantautore – voglio divertirmi fino alla fine e che sono certo che ogni concerto sarà una festa”. L’autore de “La canzone popolare” con la sua band promette di offrire al pubblico un concerto vigoroso e intenso che sia anche solare e divertito. La scaletta non mancherà così di sorprendere il pubblico: dalle ultime canzoni di Decadancing eseguite per la prima volta dal vivo, attraverso i brani di impegno civile che da tempo caratterizzano la produzione di Fossati – Cara democrazia, La crisi, Ho sognato una strada – fino alle atmosfere più avvolgenti di canzoni come E di nuovo cambio casa, Una notte in Italia e C’è tempo, oltre a tante altre perle del repertorio ventennale del cantautore ligure.
Il concerto inizierà alle 21.30. I biglietti – che gli organizzatori assicurano essere ancora disponibili per tutti i settori – vanno da un costo di 40 euro per il primo settore in platea a 25 per la galleria laterale.
A proposito del suo ritiro dalle scene, spiega Fossati: “Con Decadancing intendo lasciare quel che comunemente si chiama attività discografica, non farò altri dischi e questo sarà il mio ultimo tour. É una decisione serena, di quelle che si prendono in tanto tempo, e sono molto determinato”. E continua: “quello da cui io mi sto staccando è il mestiere della discografia, nessun artista può staccarsi dall’amore per la musica. Continuerò a studiare, continuerò a suonare, continuerò ad ascoltare la musica degli altri. Non abbandono le scene per stanchezza, ma per curiosità, perché c’è abbastanza tempo per sperimentare in altre direzioni, lo credo fermamente”.

Lorenzo Tempestini

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