24 Agosto 2012

Allarme topi in via Isarco a Chiesanuova, i residenti insorgono


“Chiesanuova è un quartiere degradato. Da tempo siamo costretti a convivere con una situazione insostenibile. Da qualche mese ci tocca pure fare i conti con i topi”. E’ il grido di protesta lanciato da alcuni residenti di Chiesanuova con a capo Anna Menici, che ha inviato alla nostra redazione la segnalazione della continua presenza di topi nel quartiere. In tanti si sono ritrovati nei cortili interni dei palazzi e sui marciapiedi della zona lo sgradito roditore e adesso chiedono l’intervento delle istituzioni. “Stavo uscendo di casa – racconta Menici – quando mi sono trovata davanti un topo. Così ho cominciato a chiedere fra i miei vicini di casa se fosse stato soltanto un singolo episodio o se invece anche loro si fossero accorti della presenza dei roditori. E con mio grande disappunto ho scoperto che anche i miei vicini avevano constatato l’arrivo dei topi”. In zona ne sono stati avvistati svariati e di grosse dimensioni e i residenti si sono subito attivati per chiedere una disinfestazione. “Ci hanno promesso – continua Menici – un intervento tempestivo. Speriamo che entro il weekend la situazione possa tornare alla normalità”.

Non sono solo i topi a generare la protesta dei residenti, ma anche piccioni sui terrazzi, rifiuti maleodoranti abbandonati lungo la strada, buche e perdite d’acqua lungo la carreggiata. “Le tubature si rompono di continuo – attacca un altro residente – Ieri sono venuti a sistemare una perdita, ma sono sicuro che già dai prossimi giorni saremo punto e a capo”.

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Brucculeri Giuseppe
Brucculeri Giuseppe
11 anni fa

C’era una volta una città di nome Prato. I suoi abitanti erano sempre vissuti
felici, ma da qualche tempo regnava una gran confusione! Prato, infatti, era stata invasa
dai topi! Non c’era solo qualche topolino nelle cantine, ma centinaia di musini sbucavano da
ogni angolo: si intrufolavano nelle cucine, saltavano dalle finestre aperte, correvano lungo i
tetti delle case, sui cornicioni, si inseguivano per le scale…
I cittadini erano disperati e decisero di rivolgersi al sindaco della città, radunandosi nella
piazza davanti alla sua finestra per protestare.
“La città è piena di topi!”, gridavano infuriati.
“Ormai ci sono più topi che bambini! Bisogna trovare al più presto una soluzione.”
Il sindaco si affacciò alla finestra cercando di sorridere, ma in realtà non sapeva proprio che
cosa fare e cominciava ad agitarsi.
Mentre stava cercando di farsi venire un’idea, sentì tre leggeri colpetti alla porta. Aveva una
gran paura che fosse un cittadino infuriato.
“Posso entrare?”, chiese una strana vocetta.
“Avanti…”, rispose il sindaco un po’ preoccupato.
Entrò un buffo personaggio con un vestito azzurro a righe, delle scarpe con una lunga punta
ed un cappello con la piuma. (non faccio Nomi)
“Sono venuto a liberare la città dai topi. Io possiedo un potere magico… con la mia musica
posso condurre con me oggetti, animali e uomini”, incominciò l’uomo.
“Allora tu sei la mia salvezza!”, esclamò il sindaco contento.
“Arrivi proprio al momento giusto! Se riuscirai davvero a far sparire tutti questi topi ti
ricompenserò generosamente, lo prometto.”
“Non preoccuparti, tornerò presto”, rispose sicuro di sé il Pifferaio. (non faccio Nomi)
“Vedrai, fra meno di un’ora, in tutta Prato, non incontrerai più neanche un topo!”
Così uscì dal municipio e si incamminò verso la piazza del paese impugnando il suo piffero
magico. Poi, si fermò a pensare, come per ricordare una melodia particolare, e sotto gli
occhi incuriositi di grandi e bambini incominciò a suonare una canzoncina molto allegra,
seduto vicino ad una fontana di pietra. Immediatamente, come per magia, un fiume di
topolini ratti e ecc. e ecc. attratti da quelle note bizzarre, uscì dalle case ed invase la piazza: saltellavano tutti intorno al Pifferaio!
Senza smettere un solo istante di suonare, incominciò a camminare svelto, attraversando la
città a grandi passi verso il fiume Arno che scorreva poco lontano. Gli abitanti di Prato si
chiedevano stupiti chi fosse quell’omino che incantava con la sua musica persino gli animali.
Tutti correvano nelle strade, seguendo quello strano corteo e si arrampicavano sugli alberi
per vedere meglio.
Intanto il Pifferaio continuava ad allontanarsi seguito da centinaia di topi e si dirigeva alle
porte di Prato.
Arrivato al fiume Arno, si fermò di colpo sulla riva, lasciando che i topi si tuffassero nell’acqua. In
pochi minuti sparirono tutti! Poverini certe capocciate con codesta secca.!!!
Come aveva promesso, non si trovò più un solo topo in tutta la città. Anche i gatti, (non faccio Nomi) che se ne stavano nascosti da tempo, non credevano ai loro occhi e cominciarono a festeggiare nelle strade.
Il sindaco invece, prendendosi il merito di tutto, si ritirò soddisfatto nel municipio.
All’improvviso, come la prima volta, si udirono alla porta tre leggeri colpetti: era il Pifferaio
Magico.
“Buongiorno”, disse tranquillo, “il mio compito è finito!”
Appena il sindaco lo vide entrare, si finse molto sorpreso e rispose: “Posso fare qualcosa
per te?”
“Sono venuto a ritirare il compenso che mi ha promesso.”
“Compenso? Ma, ma di che cosa stai parlando?”, esclamò il sindaco.
“Io non ti ho promesso proprio niente.”
“Aveva dato la sua parola d’onore! Ha detto che mi avrebbe ricompensato generosamente
se avessi liberato dai topi la città di Prato!”, rispose il Pifferaio seccato.
“Non mi ricordo di averti mai detto questo”, disse il sindaco imbroglione scoppiando in una
fragorosa risata.
“Comunque ora tutti i topi sono morti e non torneranno di certo. Ti ringrazio molto anche a
nome di tutta la città e ti faccio tanti auguri! Ora puoi andare.”
“Sta molto attento”, mormorò allora il Pifferaio con un viso minaccioso, “non prenderti gioco
di me perché questa volta potrei suonare una melodia molto diversa…”
Senza aggiungere altro se ne andò con uno strano sorriso.
Scese nelle vie di Prato e cominciò ad attraversare la città con passo deciso ed il suo
piffero di legno in mano.
Arrivato nella piazza in cui aveva suonato la prima volta, si fermò per un momento a
pensare, come per ricordare una melodia e cominciò una canzoncina allegra, un po’ diversa
dalla prima. All’improvviso tutti quelli della giunta comunale, ma proprio tutti, iniziarono a correre fuori dal consiglio, incantati dalla sua musica e dalle note magiche. Seguivano il buffo omino con le
scarpe a punta e la piuma sul cappello, dimenticando i loro giochi e quello che stavano
facendo.
Presto un allegro corteo di assessori attraversava la città, proprio come era
successo con i topolini!
La musica infatti trascinava gli assessori sempre più lontano, attraverso i prati ed i boschi,
finché giunsero ai piedi di un’immensa montagna.
Il Pifferaio subito cambiò melodia e magicamente, una porta di pietra cominciò ad aprirsi.
Entrò svelto e tutti lo seguirono, soltanto uno di loro era rimasto indietro perché era un po’
lento. (non faccio Nomi)
“Ehi, Pifferaio! Colleghi! Aspettatemi! Voglio venire anch’io con voi!”, gridava, ma la
misteriosa porta di pietra ormai si era chiusa.
In quel momento, arrivarono di corsa i pratesi ed l’assessore raccontò ogni cosa.
Restarono fino a sera ad aspettare, ma nessuno rispondeva e decisero di tornare a casa.
L’unico Assessore rimasto a Prato era davvero triste e si sentiva terribilmente solo senza
nessuno con cui discutere. Il suo unico desiderio era raggiungere gli altri assessore? Forse.
Così una mattina, senza dir niente a nessuno, si allontanò, ripercorrendo il sentiero che
aveva fatto quel giorno con i suoi amici.
Si era costruito con un bastoncino di legno un piccolo piffero ed arrivato di fronte alla
grande porta di pietra, cominciò a suonare l’allegra melodia del Pifferaio, che non aveva
mai dimenticato.
Ad un tratto, dall’altra parte della roccia, un flauto rispose alla sua musica. L’assessore
ricominciò a suonare e le note del piffero magico risposero ancora.
La roccia della montagna iniziò a tremare come la prima volta e la grande porta lentamente
si aprì. Tutti gli assessori di Prato uscirono correndo felici sui prati ed abbracciarono con
gioia l’assessore che li aveva salvati.
“Il Pifferaio ti vuole parlare”, gli dissero.
Così, il piccolo assessore entrò senza avere timore nella grande montagna, curioso di
scoprire il segreto della musica magica.
Intanto a Prato il sindaco se ne stava rinchiuso nel suo palazzo tremando di paura per
quello che aveva combinato… ma ormai era troppo tardi.
Nessuno rideva, nessuno cantava più, non c’erano le voci degli assessori che di solito erano intenti a mitigare nelle strade e tutti erano preoccupati per il piccolo assessore che era partito solo e non era più tornato.
Improvvisamente, da lontano, sentirono un allegro frastuono! I cittadini di Prato si
precipitarono a guardare cosa stava succedendo e videro un corteo degli assessori
che scendeva attraverso i prati della grande montagna.
Tutti cantavano e correvano allegramente, preceduti dal piccolo bambino assessore che stringeva tra
le mani, con gli occhi che gli luccicavano dalla felicità, un meraviglioso piffero di legno. Era
proprio il piffero magico che l’uomo con la piuma sul cappello gli aveva regalato. Non vi
dico gli abbracci, i baci, i salti di gioia tra gli assessori!
A Prato si fece festa per tre giorni e tre notti con i cocomeri!
Gli assessori però non raccontarono mai dove erano stati e che cosa avevano fatto in montagna.
Il sindaco invece imparò a mantenere le promesse???