9 Marzo 2013

Fuga da piazza Lippi, l’Antica Fiaschetteria si trasferisce: “I clienti hanno paura”


“Dopo 12 anni di apertura in piazza Lippi, nella quale ho sempre creduto ed investito, ho deciso di trasferirmi. Fra i commercianti questa la chiamiamo la piazzetta dei dimenticati. La verità è che i controlli delle forze dell’ordine sono sempre minori e che i clienti soprattutto dalle sette di sera in poi hanno paura a venire al ristorante. Questa è diventata l’area di ritrovo per drogati, spacciatori e prostitute. Non si può pensare di fare ristorazione convivendo con strani personaggi che passano e urinano accanto al locale, mentre i tuoi clienti stanno mangiando”. E’ lo sfogo di Mario Parente, proprietario del ristorante Antica Fiaschetteria, che dalla fine del mese si trasferirà in via dell’Accademia (nei locali dell’Accademia residence) sempre in centro storico, ma il più lontano possibile da piazza Lippi dove il suo locale aveva aperto nel 2001. Un altro bandone abbassato quindi per una piazza che rischia di essere sempre più coinvolta dal degrado di quello che è stato ribattezzato il “triangolo nigeriano”. “Abbiamo registrato una continua perdita di clienti – spiega Parente – molti ci hanno rivelato di avere paura a venire in piazza Lippi la sera oppure che sono preoccupati dal fatto di dovere lasciare l’auto al Serraglio e fare via Magnolfi a piedi. Abbiamo cercato soluzioni alternative, ma l’unica reale è stata quella di trasferirci. D’estate i clienti mangiano all’aperto e si ritrovano gente che passa fra i tavoli o strani personaggi che fanno i propri bisogni sotto il portico. In alcuni casi i clienti si sono alzati, hanno chiesto il conto e se ne sono andati. Per non parlare delle volte in cui non viene ritirata la spazzatura. Io vengo dal sud, ma amo questa città e il centro. Devo però constatare che stiamo andando verso il degrado più totale”. Parente comunque non se la prende con gli stranieri, ma parla di questione di cultura. “Gli extracomunitari – spiega – dovrebbero essere educati a convivere con le nostre regole e cultura. Perchè spesso il problema è che hanno abitudini diverse dalle nostre. Chi invece delinque deve essere beccato dalle forze, perchè non è possibile che via Pier Cironi sia diventata un supermercato dello spaccio a cielo aperto”.
Da Parente non manca qualche considerazione anche su come venga amministrato il centro storico. “Qualunque iniziativa si tenga a Prato – dice – piazza Lippi non viene mai coinvolta. Anche a Natale di luminarie nemmeno a parlarne; se non ce le mettiamo da noi resteremmo quasi al buio. Stessa cosa per i giovedì di luglio, quando piazza Lippi viene usata solo come parcheggio. Per non parlare poi del fatto che avremmo voluto chiudere l’area esterna sotto il porticato di nostra proprietà e che invece ci è stato detto che non era possibile. Io credo ancora nel centro di Prato, ma ognuno deve fare la sua parte”.

Stefano De Biase

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