30 Dicembre 2013

Don Simeon Eneh lascia il sacerdozio. La Diocesi: “Sofferenza interiore e non tanto episodi di razzismo all’origine della scelta”


La notizia campeggiava sulle civette e sulla prima pagina de La Nazione, questa mattina. “Prete lascia la chiesa. Frasi razziste e bugie contro di me”, riportavano le locandine esposte nelle edicole.

Sul quotidiano fiorentino, nell’edizione locale, un ampio primo piano riporta le parole di don Simeon Eneh, parroco nigeriano di Santa Caterina De’ Ricci che, ieri, al termine delle messe festive, ha annunciato di lasciare non solo la parrocchia ma addirittura il sacerdozio. Il prete, alla guida della comunità che si trova in città tra via Roma e via Valentini, ha confessato il suo stato d’animo, parlando esplicitamente di depressione. Don Simeon ha però tirato fuori una lettera anonima del 2009, che lo denigrava, per denunciare presunti atteggiamenti ostili da parte di parrocchiani, a suo dire riconducibili anche al colore della pelle.

Comprensibile lo sconcerto tra i fedeli che però, al termine della Messa, hanno testimoniato affetto e riconoscenza al sacerdote.

La Diocesi ha poco fa inviato un comunicato che chiarisce come, all’origine di questa scelta di don Simeon, da tempo condivisa con mons. Agostinelli, ci sia un travaglio interiore e uno stato di sofferenza e non tanto episodi di razzismo. Infatti a succedere al sacerdote nigeriano il Vescovo ha chiamato un altro sacerdote africano, don Denis Touré Yocuba.

Questo è il testo del comunicato:

La decisione di don Simeon Eneh, comunicata ieri alle messe festive della parrocchia di Santa Caterina De’ Ricci, di lasciare il sacerdozio non ha colto di sorpresa mons. Franco Agostinelli. Il Vescovo, infatti, in questi mesi ha condiviso personalmente e più volte, la sofferenza interiore di questo sacerdote e le riflessioni riguardo al ministero. È dunque un lungo travaglio interiore e non tanto episodi di razzismo o difficoltà particolari della vita parrocchiale a motivare questa scelta. «Di fronte al travaglio di una coscienza – afferma il Vescovo – il rispetto profondo è l’atteggiamento più appropriato».
Tanto più che alla Curia non risulta che don Simeon, originario della Nigeria, sia stato vittima di episodi di razzismo. Del resto la presenza di sacerdoti di diverse provenienze e etnie è un dato ormai acquisito anche da parte della nostra Diocesi: numerosi sono infatti i preti, provenienti anche dall’Africa, che hanno prestato e prestano servizio nelle parrocchie e nei diversi ambiti della pastorale. «Avremmo voluto – spiega il Vicario generale mons. Nedo Mannucci – essere presenti alla Messa per salutare e ringraziare don Simeon per questi anni di servizio; da parte sua c’è stata la preferenza di vivere personalmente, all’interno della propria comunità, questo congedo».
La denigratoria lettera anonima, lamentata da don Simeon, è deprecabile ma, certamente, non è rappresentativa della sensibilità e del comportamenti dei parrocchiani di Santa Caterina De’ Ricci, come anche alla fine delle celebrazioni è apparso chiaro: in tanti hanno manifestato affetto e riconoscenza al loro parroco e dolore per la scelta intrapresa.La tempestiva nomina del nuovo parroco scaturisce da questo lungo percorso di condivisione vissuto dal Vescovo con don Simeon. Alla guida della parrocchia di Santa Caterina De’ Ricci è da oggi un altro sacerdote africano: don Denis Touré Yocuba, della Diocesi di Korhogo, in Costa D’Avorio.