14 Gennaio 2014

Quando Internet diventa “pericoloso”: a scuola si parla di nuove dipendenze


Non solo droga, alcol e gioco d’azzardo. Ai fenomeni di devianza più conosciuti oggi si aggiungono anche i disagi riconducibili alle cosiddette “nuove dipendenze”. Forme di assuefazione che si riscontrano in fasce sempre più basse di età e che non prevedono l’utilizzo di alcuna sostanza chimica. Alcuni esempi? L’uso scorretto ed eccessivo di Internet, la dipendenza dal cibo e dalle relazioni affettive e l’adesione non equilibrata a gruppi. E’ in questo contesto che nasce e si sviluppa il progetto “Disagio e nuove dipendenze”, promosso dall’assessorato all’Istruzione Pubblica del Comune di Prato, e rivolto in via sperimentale agli alunni di alcune scuole secondarie di primo grado del territorio: gli istituti comprensivi “Gandhi” e “Puddu”. Un percorso ambizioso, sollecitato dagli istituti scolastici stessi e incoraggiato da una mozione – votata all’unanimità dal Consiglio comunale – in cui si chiedeva di attivare strumenti di sensibilizzazione sul tema. Tutto, senza ovviamente creare allarmismi ma col solo obiettivo di fare prevenzione. “Intendiamo dare ai ragazzi uno strumento in più per la loro formazione – spiega Rita Pieri, assessore all’Istruzione del Comune – Non ci sono casi particolari nei nostri istituti però un po’ di attenzione è necessaria perché le dipendenze sono ad ogni angolo”. Gli interventi, realizzati dai professionisti dell’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici (O.N.A.P), prevedono un incontro iniziale con i soli insegnanti coinvolti nell’iniziativa, seguito poi da due appuntamenti, di circa 2 ore, tenuti da due operatori con gli studenti. A chiudere l’iter, infine, un confronto finale con la possibilità per le famiglie di partecipare. Positivi i riscontri registrati finora. “Gli alunni sono curiosi, hanno una percezione dei gruppi e delle gang molto lontana. Via via – conclude Aurora Vestri, psicologa – che noi spieghiamo quanto sia importante capire come non cadere nelle manipolazioni di altri, i ragazzi fanno domande sempre più pertinenti”.

Giulia Ghizzani

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