26 Febbraio 2014

Imprese e burocrazia: piccola tessitura sfida l’Inail e vince il ricorso


Dopo 5 anni di battaglie legali alla fine il Tribunale gli ha dato ragione, dando così torto all’Inail. Tribunale e Corte di appello hanno accolto il ricorso
presentato da un’azienda artigiana pratese nei confronti dell’Inail. I fatti risalgono al 2008. Ai due titolari della piccola tessitura, socia di Confartigianato, l’Inail aveva contestato la presenza in azienda – durante un’ispezione – del padre pensionato. L’anziano stava svolgendo compiti amministrativi e dichiarò agli ispettori Inail di aiutare saltuariamente i figli. Ma per l’Inail l’uomo stava svolgendo a tutti gli effetti un’attività lavorativa.
L’ispettore lo considerò quindi come socio, esposto al pari degli altri dipendenti addetti alla produzione al rischio ambientale, anche se al momento del
controllo l’anziano era in ufficio, luogo dove non è prevista questa voce di tariffa. La vicenda si concluse con la richiesta dell’Inail del pagamento del
premio assicurativo. Ritenendo la richiesta illegittima, l’azienda presentò ricorso, affidandosi allo studio legale Forconi. Nel 2013 il Tribunale ha
dichiarato l’insussistenza dell’obbligo contributivo nei confronti di Inail. La Corte d’appello ha successivamente respinto il ricorso dell’Inail, sostenendo che l’anziano – svolgendo esclusivamente mansioni esterne al laboratorio – non era un soggetto assicurabile, tantomeno al rischio ambientale, come prospettato dall’Inail.

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