21 Febbraio 2014

Un pratese imprigionato nell’inferno di Kiev: “Senza bancomat né benzina ho paura di non potere tornare a casa”


L’aereo per l’Italia è fissato per domattina alle 6. Le incognite per Giancarlo Cecconi, 64 anni, residente a Vernio, agente di commercio, e in Ucraina a Kiev da inizio settimana, sono però tantissime. Si trova infatti nel mezzo della guerra civile, che ha già fatto almeno 100 vittime. E poi i bancomat sono fuori uso, la benzina è finita. E arrivare all’aeroporto è un’impresa. “Sto assistendo a scene incredibili – ha raccontato Cecconi alla Nazione – la gente ha paura. Qui è l’inferno”. Cecconi è in costante contatto con l’ambasciata italiana a Kiev, la quale gli ha consigliato la massima prudenza negli spostamenti. “Per rendere le strade inutilizzabili – continua Cecconi nell’intervista telefonica al quotidiano – hanno gettato blocchi di cemento sulle carreggiate. Tutto è difficile. Quando sarò all’aeroporto tirerò un bel respiro di sollievo”.
Cecconi in provincia è molto conosciuto per essere il presidente dell’Arcicaccia. Da tempo coordina il nucleo delle guardie venatorie volontarie che verificano eventuali irregolarità da parte dei cacciatori.

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