2 Marzo 2014

Santo Stefano, Magnolfi e Lazzeri (Ncd) criticano l’Asl: “Il trasferimento di oculistica evidenzia gli errori di programmazione”


“La vicenda del reparto di Oculistica del nuovo ospedale di Prato descrive in modo eccellente il disorientamento, l’approssimazione e la superficialità che caratterizza la gestione organizzativa del sistema sanitario a Prato come in tutta la Toscana. Credo sia la prima volta che una struttura nuova, importate come il Santo Stefano rischi di perdere il servizio di maggior prestigio come, appunto, il reparto di Oculistica i cui numeri parlano da soli: 26 medici, 260 ricoveri l’anno di utenza fuori provincia e 23.000 prime visite solo nel 2013. Il Direttore Generale ci risparmi ogni inopportuno trionfalismo e riveli invece il reale costo di tutta questa operazione che ha un solo merito: mettere definitivamente in luce tutta l’inadeguatezza strutturale del Santo Stefano”.
Parole di fuoco quelle del Presidente del Gruppo regionale NCD Alberto Magnolfi che sulla questione del trasferimento del reparto di Oculistica dal nuovo ospedale alla casa di cura Villa Fiorita ha presentato, assieme al collega Gianluca Lazzeri (membro della Commissione Sanità), un’interrogazione urgente in Regione.
“Si perché – continua il capogruppo NCD – il trasferimento del reparto di Oculistica a Villa Fiorita è connesso strettamente all’esigenza di un ampliamento dello stesso servizio. E uno più uno fa due: al Santo Stefano il reparto di Oculistica non può essere ampliato e quindi si rende necessario il suo trasferimento. In tempi non sospetti, abbiamo denunciato -allora da soli- tutte le storture del nuovo ospedale: un progetto nato male, gestito peggio (con ritardi e costi triplicati) ed oggi pressoché inservibile in quanto strutturalmente inadeguato per offrire assistenza ad una provincia di oltre 230.000 abitanti. Uno stato di cose – ha concluso Magnolfi – che Rossi cerca di nascondere con parate e dichiarazioni roboanti ma che la realtà ripropone quotidianamente e che i pratesi sono e saranno costretti a sopportare”.

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