3 Maggio 2014

Il ministro Boschi in visita a Prato: “Il governo avrà un occhio di riguardo, ma Biffoni è l’uomo giusto per risollevare anche da solo le sorti della città” – Foto e Video


“Per il PD è fondamentale riconquistare il Comune di Prato; Biffoni è l’uomo giusto per questo compito e per dare una svolta vera alla città”. Sorriso sincero, sguardo puro e cristallino. Ci ha messo davvero poco il ministro Maria Elena Boschi a conquistare i pratesi con la sua bellezza e con una buona dose di simpatia, mentre lanciava la volata al candidato sindaco del centrosinistra Matteo Biffoni. Un amico, prima ancora che un compagno di partito, fin dai primi tempi in cui entrambi seguivano pieni di speranza l’allora “rottamatore” Matteo Renzi. Non a caso il ministro alle riforme ha subito accettato l’invito di Biffoni a visitare la città laniera. “Conosco Matteo da diversi anni: abbiamo condiviso un percorso politico per cercare di cambiare il paese, anche se lui è rimasto sempre molto attaccato alla sua terra e lo ha dimostrato scegliendo di abbandonare Roma – ha proseguito il ministro – Credo sia un ragazzo con grande entusiasmo e con ottima conoscenza dei problemi locali; problemi che ha toccato con mano anche nella sua precedente esperienza in consiglio comunale”. Un legame e una simpatia professionale sulle quali gli addetti ai lavori scommettono in particolare per il rilancio di Prato: “Il governo avrà un occhio di riguardo per questa città, anche se sono convinta che i pratesi, con Biffoni sindaco, dovranno e sapranno trovare il modo giusto per risollevarsi da soli – ha precisato Boschi nel suo intervento al comitato elettorale di corso Mazzoni – Matteo ha già chiesto di allargare il tavolo che esiste sul caso Prato e che sia la presidenza del consiglio a farsene carico direttamente. Noi possiamo fornire gli strumenti adeguati e avere una particolare attenzione, vista l’importanza del capoluogo, ma la città ha già le sue idee da portare avanti ed è giusto che lo faccia, con Matteo Biffoni sindaco”. La conferenza con i giornalisti al comitato elettorale di Matteo Biffoni è stata soltanto l’ultima tappa della vista a Prato del ministro Boschi. Con impermeabile e ombrello in pendant, Biffoni aveva accolto Boschi all’ex Campolmi, prima di farle visitare il Museo del Tessuto, insieme al presidente Andrea Cavicchi e al direttore Filippo Guarini. Con il ministro anche il segretario regionale Pd Dario Parrini, Nicola Danti, consigliere regionale Pd candidato alle europee, e l’onorevole Francesco Bonifazi, parlamentare e tesoriere nazionale Pd. Attorniato da uno stuolo di giornalisti e fotografi il ministro, mostrando grande cuoriosità e interesse, ha ricevuto una prima infarinatura sulla storia e sulle tradizioni del distretto tessile pratese, prima di rimanere a bocca aperta di fronte alla mostra dedicata alla Camicia bianca di Ferré. Una volta uscita dal museo, Maria Elena Boschi non ha potuto fare a meno di concedersi un peccato di gola, facendo tappa al biscottificio “Mattei” e assaggiando cantucci (al cioccolato e alle mandorle) e bruttiboni in compagnia del candidato sindaco del centrosinistra. Rapido (causa pioggia battente) il trasferimento al comitato, dove il ministro ha focalizzato l’attenzione anche sulla questione degli immigrati: “Dobbiamo trovare il modo giusto per chiedere loro (il riferimento è alla comunità cinese, ndr) di rispettare le regole e di integrarsi – ha precisato – non è solo una questione di legalità. Credo che anche gli italiani che lucrano su certe situazioni abbiano le loro responsabilità. La visuale deve essere più ampia, altrimenti avremo solo delle soluzioni parziali al problema. Mi piace lo spirito di Biffoni: ho visto alcune delle eccellenze storiche di Prato e credo che lo spirito di voler ripartire da queste eccellenze per scrivere una nuova storia sia l’ideale per voltare pagina rispetto ad una politica, portata avanti in particolare dal centrodestra alle scorse amministrative, basata sulla paura e sulla diffidenza nei confronti degli stranieri”. In coda i riferimenti alla politica nazionale, in particolare sulle riforme già messe in atto dal governo, come i famosi 80 euro aggiuntivi nelle buste paghe dei dipendenti che guadagnano meno di 1500 euro al mese: “Noi non compriamo il voto di nessuno, ma cerchiamo di dare aiuto a 10 milioni di persone. Questo i cittadini lo sanno: noi abbiamo sufficiente rispetto degli elettori al contrario di Grillo, Berlusconi o Pelù, milionari che non sanno quanto soldi hanno in banca e sono gli unici a lamentarsi di questi 80 euro che a molti italiani fanno solo comodo”; o sulle condizioni irrinunciabili per portare avanti una riforma istituzionale: “Mi interessa il testo finale della riforma che stiamo discutendo: in particolare le uniche cose a cui non rinunceremo sono il superamento del bicameralismo perfetto, il voto di fiducia al governo solo da parte della Camera, l’abolizione del Cnel e delle Province, la revisione del Titolo V”. Immancabile un dolce colpo di scena finale, rappresentato da un doppio vassoio di pesche di Prato, appena sfornate dal maestro Paolo Sacchetti della pasticceria Nuovo Mondo e molto apprezzate dal ministro. L’antipasto ideale prima del pranzo per pochi intimi da “Baghino”, lontano da sguardi e fotocamere indiscrete. Raggiante, malgrado l’intensa mattinata, anche il candidato sindaco Matteo Biffoni: “Una giornata importante perché riporta Prato al centro della discussione e conferma l’attenzione del governo – conclude Biffoni – la nostra città deve recuperare un ruolo da protagonista nelle politiche regionali e nazionali. Penso che il significato vero della visita di Maria Elena sia proprio questa”.

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Pippo El Primero
Pippo El Primero
10 anni fa

Se un tu fossi bona, direi che tu sei sonata come una campana…..a dire le bischerate che tu hai detto.

moni
moni
10 anni fa

A mio modesto parere, quando un ministro viene in visita, dovrebbe incontrare anche il sindaco della città, a prescindere da destra o sinistra

Francesco Meoni
Francesco Meoni
10 anni fa

Oh Moni, cinque anni fa venne l’intero governo Berlusconi a tirar la volata al candidato Cenni. Non ci fu un ministro, tantopiù il premier, che andò a salutare il sindaco di allora, Marco Romagnoli. Prima di parlare e di criticare bisognerebbe essere informati. E sforzarsi di essere obiettivi.

moni
moni
10 anni fa

Francesco, ho scritto a prescindere da destra o sinistra, se non sono andati 5 anni fa dal sindaco precedente, si vede che hanno sbagliato anche loro a suo tempo.

Mery
Mery
10 anni fa

La dolce ministra dagli occhi belli perche’ non e’ stata portata a visitare altre parti della citta’ tipo macrolotto,ecc.ecc. Forse dopo avrebbe sparato meno cavolate sui cinesi e sulle risorse!!