28 Maggio 2014

Sostanze tossiche nelle calzature, la scoperta grazie ad un’indagine dell’Istituto Buzzi


Il 10% delle calzature che indossiamo non è commercializzabile, mentre il 20% contiene sostanze tossiche per l’uomo e per l’ambiente, pur sotto i limiti di legge. Il campione è troppo piccolo per un dato realistico, ma i risultati dell’indagine svolta dall’associazione consumatori ACU e dall’istituto tecnico superiore Buzzi di Prato, presentati a Firenze nella sede dell’istituto degli Innocenti, mostrano dati allarmanti. Su 33 paia di scarpe analizzate, di varia tipologia e destinate a uomo, donna e bambino, soltanto una risulta completamente priva di sostanze pericolose, mentre tre non potrebbero essere sul mercato. “In un paio di calzature è stata rilevata la presenza di un allergizzante cancerogeno, il cromo esavalente, al di sopra dei limiti previsti dal regolamente comunitario, mentre in un’altro paio prodotto in India abbiamo riscontrato una quantità di colorante che libera ammine cancerogene, anche queste vietate in Europa” afferma Giuseppe Bartolini, direttore del Laboratorio di analisi dell’ITS Buzzi. “Abbiamo inoltre analizzato una fibbia di una scarpa riscontrando la presenza di nichel rilasciato in quantità superiore al consentito”. Uno dei nodi starebbe, secondo i relatori, nella normativa italiana, che in materia di import sarebbe meno restrittiva perfino di paesi come Cina e Corea.

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