29 Giugno 2014

La Rai chiede il canone anche alle aziende che hanno un pc, Confartigianato: “Mica guardiamo le partite”


“In questi giorni anche le imprese della nostra regione stanno ricevendo dalla Rai la richiesta del pagamento canone per 400 euro. Si tratta di un’assurdità che tra l’altro getta in uno stato di maggiore scoramento tantissime persone che da anni si trovano da sole ad affrontare i terribili effetti della crisi”. Giovan Battista Donati, presidente di Confartigianato Imprese della Toscana, commenta così la richiesta del pagamento del canone anche a chi, nelle proprie aziende ha in funzione monitor di computer e altri strumenti in grado di ricevere il segnale della Tv. Una richiesta che sta arrivando anche a tante imprese pratesi.

“Forse si pensa che invece di lavorare in azienda si guardino le partite – attacca Donati – evidentemente in Rai non hanno idea di cosa significhi lavorare nel privato. La loro cultura è sempre quella di risolvere tutto aumentando le tasse e non tagliando gli sprechi. In sostanza vorrebbero far ricadere su di noi la giusta decisione del Governo di far spendere meno soldi pubblici alla Rai. Confartigianato è a fianco alle imprese della Toscana, se la situazione non rientrerà siamo pronti a
organizzare proteste clamorose”.

La posizione dell’Aduc – Sulla questione del canone Rai interviene anche l’associazione di consumatori Aduc, che prova a fare chiarezza. “La normativa prevede che la Rai invii comunicazioni a tutti i non abbonati ogni anno. Se prima lo faceva solo nei confronti delle famiglie, violando la normativa, come sempre abbiamo denunciato, oggi ha cominciato a farlo anche nei confronti delle partite Iva. Il problema non sta nell’invio di queste lettere, ma semmai nel contenuto di queste lettere, che è generalmente fuorviante e minaccioso per indurre a pagare il canone anche quando non è dovuto”.

“Ebbene – scrive Aduc – il canone non è dovuto per la detenzione di PC, anche se connessi ad Internet ed utilizzati per guardare programmi tv in streaming. Il Governo ha finalmente chiarito nel 2012 che il canone è dovuto solo ed esclusivamente per apparecchi atti a ricevere il segnale digitale (apparecchi TV con decoder digitale etc.). Quindi, le imprese e i professionisti che non hanno televisori in grado di captare il segnale digitale non hanno alcun obbligo di pagamento, e possono ignorare tranquillamente le lettere della Rai che periodicamente arriveranno.
Il problema che invece vorremmo denunciare riguarda il doppio pagamento del canone per quelle partite Iva che hanno domicilio presso la propria abitazione. In breve, se c’e’ un televisore in casa, si è obbligati a pagare sia il canone ordinario (privato), sia quello speciale (per le partite Iva), anche se il televisore è in soggiorno ed utilizzato solo in ambito privato e familiare. L’unica possibilità di difesa è dimostrare che l’abitazione e l’ufficio sono funzionalmente e strutturalmente separati.
Questa è evidentemente un’ingiustizia se quel televisore non è in alcun modo utilizzato per la propria attività lavorativa, cosa quasi sempre vera.

 

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Della
Della
9 anni fa

Indovina come mai???? Da dove gli ha presi Renzi gli 80 euro????? indovina indovinello!!!!

Piopio
Piopio
9 anni fa

Per me c’è un disegno non so orchestrato da chi per affondare del tutto l’Italia e gli italiani.